Svizzera

Libertà di stampa, Svizzera al nono posto

Guadagnati tre posti, ma solo grazie al peggioramento di tre Paesi e senza “nessun reale progresso” spiega RSF – Penalizzante soprattutto il quadro legislativo

  • 3 maggio, 07:34
  • 3 maggio, 13:53
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La cartina dei Paesi e le prime 20 posizioni in classifica

  • rsf.org
Di: ATS/dielle

La Svizzera è al nono posto su 180 Paesi nell’indice mondiale della libertà di stampa, pubblicata oggi (venerdì) da Reporter senza frontiere (RSF) in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa. La Confederazione è salita di tre posizioni rispetto al 2023 e la situazione è “abbastanza buona”, ma il contesto legislativo non protegge sufficientemente i giornalisti, secondo RSF.

La pandemia di Covid-19 aveva fatto scendere la Svizzera nella classifica pubblicata ogni anno dall’ONG, tuttavia, il miglioramento di quest’anno non segna “alcun reale progresso”. In realtà segna infatti il declino di tre Paesi che l’anno scorso erano davanti alla Svizzera (Lituania, Timor Est e Liechtenstein).

Il numero totale di punti ottenuti dalla Confederazione è addirittura diminuito leggermente (da 84,4 a 84,01). Berna è penalizzata in particolare dal suo quadro legislativo, che è risultato “ben al di sotto” degli altri indicatori (27° posto). RSF segnala in particolare la legge sulle banche, che punisce con una pena fino a tre anni di carcere la pubblicazione di informazioni protette dal segreto bancario. Su scala globale, l’ONG osserva che il giornalismo è sempre più soggetto a pressioni politiche.

L’organizzazione denuncia inoltre le difficoltà riscontrate dai giornalisti nell’accedere ai documenti in possesso dell’amministrazione, nonostante la legge sulla trasparenza, e i procedimenti legali abusivi intentati contro i media o le ONG con l’obiettivo di mettere a tacere le voci critiche. RSF rileva anche che la Svizzera è scivolata dal 4° all’11° posto nell’indice socio-culturale, che misura in particolare la denigrazione e gli attacchi alla stampa basati su questioni di genere, classe, origine etnica o religione. L’organizzazione spera pure che la condanna dell’ideologo di estrema destra Alain Soral per i suoi commenti omofobi contro una giornalista faccia giurisprudenza.

I primi tre posti sono tutti occupati da Paesi scandinavi, nell’ordine: Norvegia, Danimarca e Svezia. In fondo alla classifica si trovano invece l’Afghanistan, la Siria e sull’ultimo gradino l’Eritrea.

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