Guadagna ancora tempo Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks. L’Alta Corte britannica, esprimendosi sul suo caso, ha deciso che potrà ricorrere in appello contro la decisione del Regno Unito di estradarlo negli Stati Uniti dove rischia una dura condanna. Il 52enne è imprigionato a Londra in attesa di un verdetto definitivo, slittato più volte. I giudici hanno quindi ordinato una nuova udienza in maggio per valutare le garanzie fornite da Washington nel trattare il caso.
Eroe o criminale?
Julian Assange è divenuto una sorta di nemico pubblico a Washington per aver divulgato, a partire dal 2010, circa 700’000 documenti riservati anche su crimini di guerra commessi fra Iraq e Afghanistan sottratti al Pentagono e al Dipartimento di Stato. Il caso WikiLeaks ha letteralmente diviso l’opinione pubblica tra chi vede nel gesto di Assange un atto eroico per la libertà di stampa e chi invece un atto criminale.
Salvo ricorsi in extremis alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Assange potrà venire estradato negli USA nel giro di qualche settimana, o anche in tempi più rapidi, come avevano dichiarato i suoi avvocati. Una volta negli Stati Uniti, l’attivista rischia di ricevere una pena di 175 anni di reclusione.
Accolto il ricorso di Julian Assange
SEIDISERA 26.03.2024, 18:30
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