I rifugiati e le persone ammesse provvisoriamente in Svizzera potrebbero essere impiegate in futuro nel settore agricolo. Il progetto pilota d’integrazione, voluto dalla Confederazione e conclusosi lo scorso anno, ha dato buoni risultati, con la soddisfazione di tutte le parti coinvolte.
Nel corso di una conferenza stampa mercoledì a Berna, i principali attori dell’iniziativa hanno tracciato un bilancio e presentato le sfide future, affinché il piano possa essere esteso e concretizzato in tutto il paese.
Stando all’Unione svizzera dei contadini e alla Segreteria di Stato della migrazione, tra il 2015 e il 2017 trenta persone sono state impiegate in 17 aziende agricole e ben 24 di loro hanno concluso il percorso formativo con successo. Costo dell'operazione: 280’000 franchi, metà a carico dell'Unione svizzera dei contadini e metà a carico della Segreteria di Stato della migrazione.
ATS/bin
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