Il quadro generale del Long Covid sta diventando sempre più chiaro. L’ultimo tassello è uno studio dell'Ospedale Cantonale di Aarau e dell'Ospedale Universitario di Basilea che mostra che il 70% dei pazienti ospedalizzati con un'infezione da Covid-19 ha ancora sintomi un anno dopo.
Long Covid, uno su cinque ne soffre
Telegiornale 19.10.2021, 22:00
I sintomi più frequenti sono stanchezza (46%), difficoltà di concentrazione (31%), mancanza di respiro (21%) e sensazione di malessere dopo l'esercizio (20%). Inoltre, il 38% dei pazienti dice che i sintomi che sperimentano riducono la loro qualità di vita, come riportato dal team di ricerca nella rivista specializzata Swiss Medical Weekly. Circa due pazienti su dieci hanno inoltre detto di soffrire di ansia o depressione. Lo studio si è basato su interviste con un totale di 90 pazienti ospedalizzati per Covid-19.
Le persone a maggior rischio di contrarre il Long Covid sono quelle che sono state ricoverate per molto tempo, la cui malattia è stata grave e che generalmente giudicano il loro stato di salute non molto buono.
Al fine di evitare le potenziali conseguenze tardive di un'infezione da coronavirus, misure preventive come la vaccinazione sono "fortemente raccomandate", dice Philipp Schütz, capo medico dell'Ospedale cantonale di Aarau, nel comunicato stampa.
Raffreddore utile alleato anti-Covid
Sempre dalla Svizzera arriva anche un’altra indicazione scientifica relativa al Covid-19: le persone che sono state infettate da coronavirus leggeri, come il comune raffreddore, hanno una migliore protezione contro il Sars-Cov-2 grazie a una reazione incrociata e svilupperebbero forme meno gravi di Covid-19.
Lo ha detto Alexandra Trkola, professoressa di virologia all'Università di Zurigo, spiegando che le reazioni incrociate accorciano il ciclo della malattia e riducono la sua gravità. La scienziata e il suo team sono arrivati a queste conclusioni analizzando la quantità di anticorpi contro quattro coronavirus nel sangue di 825 persone prima della comparsa della Sars-CoV-2, di cui 389 campioni sono poi stati infettati dal virus apparso a Wuhan a fine 2019 e studiati. “È lo stesso effetto che si ottiene con i vaccini, ma in un modo molto più efficace".
Il risultato ha mostrato che l'immunità precedente al raffreddore comune può in qualche misura proteggere contro l'infezione da Sars-CoV-2, promuovere l'immunità specifica a questo virus e quindi ridurre il rischio di ospedalizzazione. Questo spiegherebbe l'alto numero di infezioni asintomatiche e lievi legate al Covid-19. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista specializzata "Nature Communications".
RG 07.00 del 12.11.22 - Long Covid, "riposo e niente sforzi", il servizio di Lucia Mottini
RSI Info 12.11.2021, 09:02
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