Nella legge sul materiale bellico vanno inserite deroghe affinché, a determinate e precise condizioni, si possa venir meno ai criteri di autorizzazione per affari con l’estero.
È quanto prevede una mozione approvata lunedì dal Consiglio Nazionale per 117 voti a 74. Il Consiglio degli Stati aveva fatto altrettanto in settembre.
La mozione prevede deroghe in circostanze eccezionali e se necessarie per salvaguardare gli interessi di politica estera o di sicurezza del Paese, ha dichiarato in aula il consigliere federale Guy Parmelin. L’atto non ha effetto retroattivo e non varrebbe dunque nell’ambito della guerra d’aggressione da parte della Russia in Ucraina.
Stando alla maggioranza borghese del plenum, la deroga è necessaria tenuto conto dei cambiamenti nella situazione geopolitica mondiale, anche se non si tratta di firmare un assegno in bianco. Le basi giuridiche e gli obblighi di diritto internazionale relativi all’esportazione di armi rimarrebbero comunque applicabili.
Una minoranza (composta da sinistra e PVL) si è opposta invano alla mozione, definendo antidemocratico proporre cambiamenti al controprogetto all’iniziativa popolare “Contro l’esportazione di armi in Paesi teatro di guerre civili (Iniziativa correttiva)“, approvato appena due anni fa.
Il Consiglio federale aveva suggerito l’introduzione di un articolo che gli avrebbe conferito la facoltà di derogare ai criteri per l’autorizzazione di affari con l’estero previsti dalla legge, ha precisato Parmelin. Tuttavia, tale clausola non aveva ottenuto una maggioranza di consensi sotto la Cupola. Con l’accettazione della mozione, il Parlamento ha ripreso questa proposta.
I contrari alla deroga hanno tentato invano di convincere il plenum come - a loro parere - sia disonesto approfittare delle circostanze e della solidarietà della popolazione nei confronti dell’Ucraina per chiedere una modifica della legge che non aiuta questo Paese, ma solo l’industria delle armi, in modo da poter fornire più facilmente materiale bellico.
Esportazione di armi, la sinistra non esclude un referendum
Telegiornale 18.12.2023, 20:00