Svizzera

Maurer: un addio all'insegna del rigore

Il ministro si appresta a lasciare la Berna federale, e sottolinea una volta di più il ruolo della parsimonia nella gestione delle finanze - L'INTERVISTA

  • 16 dicembre 2022, 06:56
  • 20 novembre, 14:13
Ancora pochi giorni in Consiglio federale, per Ueli Maurer. Gli succederà, alle redini del Dipartimento federale delle finanze, Karin Keller-Sutter

Ancora pochi giorni in Consiglio federale, per Ueli Maurer. Gli succederà, alle redini del Dipartimento federale delle finanze, Karin Keller-Sutter

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Di: TG/Nicola Zala 

Dopo più di 30 anni di politica a livello nazionale, Ueli Maurer si appresta a lasciare definitivamente la scena politica. Durante la sessione delle Camere che si chiude oggi, venerdì, ha nuovamente esortato il Parlamento a essere parsimonioso. Per il ministro dimissionario, infatti, il rigore finanziario rimane l'elemento centrale per affrontare con una certa serenità i prossimi, difficili anni. Qui le sue considerazioni, nell'intervista rilasciata al nostro corrispondente da Berna Nicola Zala.

Lei presto lascerà il Consiglio federale. La bufera finanziaria che si affaccia all'orizzonte ha giocato un ruolo? È partito "al momento giusto"?

No, la mia partenza era già pianificata da tempo. Il ministro delle finanze ha sempre pochi soldi: per fortuna, direi. Si tratta di problemi risolvibili.

Il Preventivo 2023 è stato approvato. Dal 2024 le cose si faranno più difficili. È piuttosto ottimista o pessimista per il futuro?

Per il 2024 dobbiamo risolvere ancora qualche problema. Probabilmente anche in quell'anno mancheranno i soldi della Banca nazionale. Per il 2025-2026 sono moderatamente ottimista. Le decisioni prese possono essere corrette, anzi devono essere corrette. Il Parlamento è spesso stato più generoso del Governo. Ma se lo stesso Parlamento provvederà a correggere il tiro, i problemi rientreranno. Il Consiglio degli Stati ha già iniziato a farlo.

I suoi avversari politici l'hanno spesso criticata per aver dato la precedenza alle casse della Confederazione, e non al borsellino dei cittadini. Cittadini che sono confrontati con l'aumento dei premi di cassa malati e con un potere d'acquisto più basso. Cosa risponde?

Proprio per questi motivi dobbiamo essere parsimoniosi. Se si spendono soldi per tutto l'immaginabile, bisogna poi anche recuperarli, aumentando per esempio le imposte. Per i cittadini, sarebbe quindi peggio. La questione delle casse malati non la risolviamo con contributi più alti, ma rendendo finalmente il settore sanitario più efficiente e meno caro.

Per la sinistra avere un tasso di indebitamento più alto, e un'applicazione meno restrittiva del freno all'indebitamento, non sarebbe così grave. Perché lei è così contrario?

Il freno all'indebitamento è ancorato nella Costituzione federale ed era stato accettato dall'84% dei votanti. Quindi lì non si può e non si deve cambiare nulla. La gente non sarebbe d'accordo. È uno strumento molto ragionevole, per il quale veniamo invidiati. Anche perché ci permette di avere delle finanze sane. Toglierlo sarebbe una vera stupidaggine.

05:15

Intervista a Ueli Maurer

Telegiornale 15.12.2022, 21:00

A proposito del Dipartimento che lascia, è soddisfatto che sia rimasto in mani borghesi?

Di principio sì. I politici borghesi spendono tendenzialmente con maggior cautela i soldi dei contribuenti. Ciò non esclude che ci siano anche buoni ministri delle finanze di sinistra. Penso ad esempio a Otto Stich, che curò benissimo le casse della Confederazione.

Malgrado ciò, lei a volte ha lavorato bene anche con avversari politici: con Simonetta Sommaruga, per esempio. Significa che in tempi di crisi l'orientamento politico passa in secondo piano?

No, l'orientamento politico è decisivo. Ma questo non esclude la possibilità di collaborare con persone che la pensano diversamente. Ci vogliono compromessi, soluzioni. E questo è sempre stato il mio obiettivo.

Il giorno dell'elezione del suo successore, il 7 dicembre, lei ha posto l'accento sul termine libertà. Ma cosa c'entra la libertà con le finanze?

Chi gode di finanze sane ha la libertà di procedere a nuove spese e di affrontare nuovi compiti. Altrimenti non si può fare niente: si hanno sempre le mani legate. Quindi la libertà è decisiva quando si parla di finanze. Sia per lo Stato, sia per i privati.

Nello stesso discorso ha detto che i consiglieri federali sono, storicamente parlando, "note a piè di pagina". Non sta sminuendo il suo ruolo?

No, il nostro sistema è molto stabile e ci garantisce uno Stato solido e funzionante. I consiglieri federali arrivano e partono. Si tende quindi a dare loro un'importanza esagerata: soprattutto il giorno dell'elezione, sembra che si eleggano dei re o delle regine. Alla fine sono dei dipendenti del popolo che per un determinato periodo devono svolgere un servizio. Quindi è così: i consiglieri federali sono note a piè di pagina.

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