Falò

Lo spettro della penuria di medicinali nel paese della farmaceutica

In Svizzera mancano centinaia di farmaci - Il caso emblematico del Temesta: l’ansiolitico introvabile per quasi due anni quando in Italia ce n’era in abbondanza – Da inizio 2025 è tornato disponibile grazie a una azienda di Bellinzona

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L’ombra dei farmaci

Falò 04.03.2025, 20:50

Di: di Alessandra Maffioli e Gaetano Agueci 

Nella ricca Svizzera, il Paese dove sono nati e cresciuti alcuni colossi della farmaceutica, mancano centinaia di medicinali. L’elenco più aggiornato indica che sono circa 600 di cui oltre 100 di “importanza vitale”. Sembra un paradosso, ma è proprio così. Centinaia di medicinali di cui i malati hanno bisogno (compresi antidolorifici, antibiotici e antitumorali) non si trovano. Tra i tanti casi spicca quello emblematico del Temesta, scomparso (quasi) all’improvviso nella primavera del 2023.

In poche settimane l’ansiolitico molto usato tra chi soffre di disturbi del sonno e forte ansia, è quasi sparito dagli scaffali delle farmacie svizzere. Come mai? Semplice: la Pfizer, azienda americana produttrice del Temesta, ha ridotto drasticamente le forniture alla Svizzera per non meglio precisati ‘problemi nella catena produttiva’.

Quando manca un farmaco, cosa succede?

La mancanza di un farmaco crea problemi ai pazienti, ma anche ai medici e ai farmacisti che si trovano a gestire l’emergenza, spesso senza avere delle alternative valide. Nel caso del Temesta, spiega il dottor Roberto Di Stefano, direttore sanitario delle case anziani che fanno capo al LIS (Lugano Istituti Sociali), c’è chi ha provato un altro ansiolitico, come il Seresta. Molti anziani l’hanno ben tollerato, in alcuni ha causato maggior sonnolenza durante il giorno, in casi rari ha indotto dei deliri.

Tra il confine italiano e i laboratori artigianali

La legge permette di importare dall’estero i farmaci che mancano in Svizzera. E così molte persone hanno fatto rifornimento, previa ricetta di un medico svizzero, di confezioni di Tavor, l’equivalente italiano del Temesta, che non è mai mancato nelle farmacie di frontiera. La direttrice della farmacia Sant’Agata di Ponte Chiasso, Virna Vasques, ha confermato alla RSI che, per oltre un anno, almeno una decina di clienti svizzeri si è presentata ogni giorno in farmacia in cerca del Tavor o di uno degli 11 generici disponibili in Italia (mentre in Svizzera fino all’inizio del 2025 non ce n’era neppure uno).

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Flaconi di Lorazepam (nome del generico del Temesta)

  • RSI

In Svizzera, la penuria è stata parzialmente compensata dal Lorazepam (nome del generico del Temesta) prodotto nei laboratori galenici, le officine dove i medicamenti si fanno manualmente, alla vecchia maniera, come nelle farmacie di una volta. Il laboratorio Golaz di Losanna, come ci racconta il responsabile tecnico Marco Anastasi, ha fabbricato e rifornito le farmacie di mezza Svizzera con oltre 15’000 confezioni di Lorazepam in pochi mesi. Una soluzione utile, ma con un problema: il prezzo. Una confezione di 50 capsule costa circa 60 franchi, quattro volte il prezzo del farmaco originale.

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Prezzi troppo bassi: ecco il vero problema

Il Temesta non è un caso isolato. In Svizzera mancano diversi farmaci essenziali, a basso costo e di uso comune, come antibiotici e antidolorifici. Peter Burkard, presidente dell’Ordine dei farmacisti ticinesi, spiega che la pressione al ribasso del prezzo dei farmaci più economici ha disincentivato a produrli in Svizzera. I margini di guadagno sono talmente ridotti e il mercato interno talmente piccolo che le aziende farmaceutiche svizzere hanno poco interesse a produrli e commercializzarli nel proprio paese. Meglio puntare su farmaci innovativi e costosi.

Un piano per evitare nuove crisi

Di fronte a questa situazione, farmacisti, medici e distributori stanno promuovendo un’iniziativa popolare per garantire che la Svizzera non resti più senza farmaci essenziali. Tra le misure proposte ci sono incentivi per la produzione locale, regole più semplici per importare farmaci in caso di emergenza e un maggiore controllo sui prezzi.

Ma c’è una buona notizia: arriva da Bellinzona

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Il Sedazin prodotto dalla Lagap di Bellinzona

Qualcosa, nel frattempo, si è mosso. La Lagap di Bellinzona, in collaborazione con Axapharm (azienda creata ormai 20 anni fa dai farmacisti svizzeri indipendenti per fornire medicinali generici, farmaci senza prescrizione e prodotti da banco), ha avviato la produzione di due generici del Temesta: il Lorazepam Axapharm e il Sedazin. Sono disponibili sul mercato dall’inizio del 2025. Il problema, però, è che per ogni confezione venduta a 11,65 franchi, la Lagap ne riceve solo 2,23. Un ricavo piuttosto basso che potrebbe rendere questa soluzione insostenibile a lungo termine, qualora le condizioni dovessero cambiare.

Una situazione brutta da anni

Giovan Maria Zanini, Farmacista cantonale Ticino

“La situazione è brutta e lo è da anni. Temo che resterà così ancora per un po’”, ha affermato il farmacista cantonale ticinese Giovan Maria Zanini confermando a Falò che i medicinali che si usano da decenni mancano perché costano troppo poco. “Non c’è alcun paradosso. Quando si parla di prezzo dei medicinali, bisogna fare due gruppi. È una cosa che troppi politici fanno finta di non sapere o di dimenticare”. Da una parte, sottolinea, “abbiamo i medicamenti moderni, quelli innovativi, che sono fabbricati in Svizzera e in Europa, costano centinaia di migliaia di franchi. Sono medicinali che incidono molto sulle casse malati e ce n’è a volontà, basta pagarli. Il prezzo di questi farmaci è spesso assurdo, ingiustificato a volte”. Dall’altra ci sono invece i medicinali sul mercato da tempo, come il Temesta, appunto. “Questi hanno subito delle diminuzioni di prezzo. Nel 2000 si è introdotto il principio per il quale i farmaci devono essere allineati con il prezzo europeo. La verifica viene ripetuta ogni tre anni, sempre al ribasso”.

11:09

Le spiegazioni di Giovan Maria Zanini, farmacista cantonale ticinese

RSI Info 04.03.2025, 21:30

  • RSI

Revisione al ribasso, dopo revisione al ribasso, complice il parallelo indebolimento dell’euro rispetto al franco (vent’anni fa per comprare un euro ci voleva 1.60 mentre ora bastano 95 centesimi), in Svizzera i prezzi di molti preparati sono scesi fino a non essere più interessanti per il business delle case farmaceutiche.

03:30

Penuria di farmaci: nuova strategia di Berna

SEIDISERA 22.08.2024, 18:08

  • Keystone
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Sono 83 i dipendenti di Pharma Bioggio che perderanno il posto

Il Quotidiano 05.03.2025, 19:00

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