Nel 2023 gli stipendi in Svizzera sono saliti in modo relativamente sensibile, ma l’inflazione si è mangiata tutto l’aumento e i cittadini si ritrovano quindi con meno soldi in tasca, esattamente come era successo negli anni precedenti. A livello settoriale, il potere d’acquisto è aumentato per gli statali, mentre fra le flessioni maggiori si registra quella del settore sanitario e sociale.
Per il terzo anno consecutivo i salari reali sono diminuiti
Stando ai rilevamenti dell’Ufficio federale di statistica (UST) l’anno scorso i salari nominali sono saliti in media dell’1,7%, il maggior incremento dal 2009. L’inflazione si è però attestata al 2,1%: questo vuol dire che i salari reali sono scesi dello 0,4%. È il terzo anno di fila che ciò accade: nel 2022 le retribuzioni reali erano scese addirittura dell’1,9%, una contrazione che non si era mai vista dai tempi della Seconda guerra mondiale (1942: -4,5%).
Alcuni settori se la cavano meglio
Nel dettaglio, nel 2023 le buste paga sono cresciute del 2,1% nel settore secondario e dell’1,6% nel terziario: tenendo conto del rincaro i lavoratori del primo ramo vedono i loro compensi stabili, mentre chi opera nei servizi subisce una perdita reale dello 0,5%.
Lo spettro a livello di singoli rami economici è però molto variegato: si va dal -2,7% dei salari reali nelle attività professionali scientifiche e tecniche al +1,5% dell’amministrazione pubblica, passando - per avanzare alcuni esempi - dal -2,0% della sanità e assistenza sociale, dal -1,1% dei servizi finanziari, dal -0,5% delle assicurazioni, dal -0,4% del commercio al dettaglio, dal +0,2% delle costruzioni e dal +0,5% della fabbricazione di macchinari.
Il calo dei salari reali ha inoltre interessato un po’ di più gli uomini (-0,4%) che le donne (-0,3%). L’UST non ha invece pubblicato dati disaggregati regionali.
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Notiziario 25.04.2024, 11:00
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