Mancano 18 giorni al voto sull'appartenenza cantonale di Moutier. Un voto che potrebbe chiudere la questione giurassiana. Quattro anni fa il risultato in favore del passaggio al canton Giura era stato annullato dalla giustizia bernese per alcune irregolarità. Il 28 marzo il comune di 7400 abitanti ripete la votazione sotto la stretta sorveglianza della Confederazione. In questi giorni la consegna del materiale di voto si è svolta con modalità mai viste in Svizzera. Lucia Mottini ne ha parlato con Jean-Christophe Geiser, responsabile dell'Ufficio federale di giustizia (UFG) per la questione giurassiana.
Cosa avete fatto per impedire che si ripeta lo scenario del voto di quattro anni fa.
Il dispositivo del 2017 è stato potenziato. Quattro anni fa il materiale di voto era inviato dal comune; stavolta invece se ne occupa l'Ufficio federale di giustizia. Inoltre, per sicurezza ogni scheda ha il marchio della confederazione. E soprattutto, a circa 200 persone che si trovano in casa anziani, in ospedale o immobilizzate a casa, il materiale è stato recapitato personalmente dagli osservatori federali negli scorsi due giorni.
Concretamente come si è svolta l'operazione? Li avete fatti votare subito o vi siete accontentati di recapitare le buste?
Abbiamo consegnato a queste persone il materiale di voto in cambio di una ricevuta. Chi non lo voleva, doveva firmare un documento di rinuncia, onde evitare che terzi possano utilizzare il materiale di voto magari abbandonato sul comodino. In altri casi, quando le persone non erano in grado di scrivere ma capivano la posta in gioco, hanno potuto indicare agli osservatori cosa scrivere sulla scheda e sono poi stati gli osservatori federali, che sono sempre in due, a firmare la carta di legittimazione. Ultima categoria: gli osservatori hanno constatato che le persone non erano in grado di capire o interagire: in quel caso lo abbiamo scritto su un verbale.
Jean-Christophe Geiser è responsabile del dossier concernente la questione giurassiana all'Ufficio federale di giustizia
Come siete stati accolti?
In generale molto bene. Alcuni erano stupiti e facevano fatica a capire la procedura: è la prima volta in Svizzera che una votazione è accompagnata da questo tipo di misure.
Ma perché a Moutier questo tipo di abuso dovrebbe essere particolarmente diffuso? Forse si dovrebbe estendere questo metodo anche altrove, non crede?
Idealmente ha ragione. Ma pensiamo ai mezzi che una simile procedura richiede solo per Moutier: per circa 200 casi identificati sono occorsi due giorni e mezzo di lavoro per otto osservatori federali. Ma il voto di Moutier è molto particolare: è emblematico dal punto di vista politico perché sancisce la fine della questione giurassiana, un processo lungo e difficile. Inoltre è un voto estremamente risicato. Se ci fosse una differenza netta tra i due campi, questa procedura non sarebbe necessaria perché qualche abuso non cambierebbe il risultato del voto. Ma nel 2017 c’è stato uno scarto di 137 voti: il che significa che 69 persone possono fare la differenza.
Secondo i dati delle autorità competenti il registro elettorale conta oltre un centinaio di persone in meno di quattro anni fa. Significa che meritava un lavoro di ripulitura?
Il registro elettorale è evidentemente il punto più sensibile. Spetta al comune, controllarlo e togliere chi non è più domiciliato; ma per questo caso di Moutier, il canton Berna ha creato la base legale per permettere anche alla cancelleria bernese di controllarli insieme al comune. È un processo lungo, in corso da un anno. La Confederazione vi ha partecipato con un ruolo di mediazione. Effettivamente si constata che ci sono state diverse partenze da Moutier: se siano dovute al caso o ai controlli, non posso però pronunciarmi.
E dal punto di vista dell'atmosfera vi è un cambiamento rispetto a quattro anni fa?
Sì, nettamente. Sul piano delle autorità, tutto il processo è sostenuto in modo unanime dai cantoni di Berna e del Giura, dalla Confederazione e dal comune di Moutier. Anche i movimenti sembrano contenti delle misure prese. Resta la questione del registro elettorale, che è un campo estremamente sensibile ed è su questo punto che si può immaginare che possano sorgere ancora dei ricorsi nel caso di uno scarto di pochi voti: perché non sempre è facile determinare se il domicilio nel comune di Moutier sia al 100 percento giustificato. Ma potremo almeno dire che abbiamo fatto tutto il possibile per chiarirlo.
Lucia Mottini