La cosiddetta "iniziativa di correzione", che chiede di vietare l'esportazione di materiale bellico verso Paesi in cui è in corso un conflitto armato o che violano i diritti umani, è riuscita. Lanciata in dicembre ha già raccolto ben 130'000 firme, ed è quasi un record, perché gli iniziativisti sono riusciti a superare la soglia delle 100'000 firme richieste in poco meno di 6 mesi, molto meno dei 18 a disposizione.
La volontà del Governo di allentare i criteri che permettono l'esportazione di armi è un tema che l'anno scorso aveva fatto parecchio discutere. Su diretta sollecitazione dell'industria bellica, il Consiglio federale mirava infatti ad accordare autorizzazioni per il commercio anche verso Paesi in cui è in corso una guerra civile o in cui i diritti umani non sono rispettati.
La riforma aveva dovuto fare i conti con una forte opposizione politica, cosa che poi ha costretto il Governo a rivedere i suoi propositi. L'iniziativa popolare è stata comunque lanciata nel dicembre scorso e verrà consegnata nel corso del mese di giugno, da una coalizione rossoverde, sottoscritta dal partito borghese democratico e da diverse organizzazioni umanitarie ed ecclesiastiche.