La misura è stata decisa lo scorso settembre dal Consiglio federale, per contribuire a contenere i costi della salute: oneri finanziari maggiori per chi rifiuta i medicamenti generici quando sono disponibili. Le farmacie si sono già attivate e stanno informando i pazienti. “Spetta soprattutto a noi ”, spiega il presidente dei farmacisti ticinesi Peter Burkhard “e lo facciamo più che volentieri: per i pazienti e per contribuire a contenere i costi della salute”.
L’idea che quando una cosa costa meno non sia così buona è un pregiudizio da abbandonare, spiega Burkhard. Il generico è efficace come ogni altro medicamento. “Ovviamente la decisione finale è del paziente, che però dovrà farsi carico del 40% del prezzo”.
A questa misura sono previste eccezioni: se il paziente, prescrizione medica alla mano, può davvero solo prendere l’originale – ma i casi del genere saranno pochi - oppure in caso di penuria. Effettivamente, spiega ancora Burkhard, le rotture di stock tendono a colpire maggiormente i farmaci a basso costo, come i generici. In questi casi non scatta la maggiorazione della quota non rimborsata.