Il Consiglio nazionale ha aggiornato al 25 settembre il dibattito sull'iniziativa nota come "No billag", che chiede la soppressione del canone obbligatorio. Solo una parte dei 69 oratori iscritti è riuscita a prendere la parola oggi, giovedì. Tuttavia, il destino del testo appare già segnato, anche se poi l'ultima parola, verosimilmente nel 2018, spetterà al popolo.
"I cittadini devono poter decidere in autonomia per quali media vogliono spendere il loro denaro", ha detto Lukas Reimann (UDC/SG). Dal suo partito sono venuti anche attacchi diretti alla SRG SSR, giudicata troppo di sinistra. Sono rimasti però espressione di un'opinione minoritaria. Per la maggioranza, la proposta costituirebbe una sentenza di morte per l'ente radiotelevisivo, fondamentale per le minoranze linguistiche e per la democrazia diretta, ma soprattutto non finanziabile altrimenti in un mercato così piccolo come quello elvetico. Si lascerebbe così tutto lo spazio a ricchi privati in grado di condizionare l'opinione pubblica, una "berlusconizzazione" della Svizzera secondo il neologismo di Matthias Aebischer (PS/BE), e alle grandi reti straniere.
Anche da fronti favorevoli al canone si è chiesto che la SRG SSR si concentri di più sul pubblico e spenda meglio i suoi soldi. Ciononostante, non dovrebbe avere scampo nemmeno un controprogetto diretto suggerito dall'UDC, che prevede un mantenimento del canone, ridotto però a 200 franchi annui.
pon/ATS
RG 18.30 del 14.09.2017: il servizio di Elisa Raggi
RSI Info 14.09.2017, 20:30
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Dibattito fiume sul canone radio-tv
Telegiornale 14.09.2017, 14:30