Il popolo sarà probabilmente chiamato a decidere il destino della Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo, adottata in settembre dal Parlamento. Il comitato contrario ha infatti comunicato di aver depositato oggi (giovedì) a Berna circa 142'800 firme.
Il comitato referendario è composto dai Giovani Verdi, dalla Gioventù socialista, dai Giovani Verdi Liberali, dal Partito Pirata, dall'associazione Chaos Computer Club e dal gruppo Parat. Già settimana scorsa aveva annunciato di aver raggiunto le sottoscrizioni necessarie, ovvero almeno 50'000.
Gli oppositori criticano il fatto che le misure previste contro potenziali terroristi limitano gravemente i diritti fondamentali e la libertà individuale e le considerano un attacco frontale allo Stato di diritto e alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo: si tratta - sostengono - di punizioni senza che sia stato commesso un crimine o emessa una condanna, affermano. "Chi è pronto a sacrificare i diritti umani sull'altare di una presunta sicurezza non si batte per la libertà, ma per il contrario", ha commentato la presidente dei giovani socialisti Ronja Jansen.
Particolarmente discutibile è giudicata la possibilità di utilizzare misure di polizia contro ragazzini a partire dai 12 anni. Tra questi provvedimenti vi sono divieti di contatto, di lasciare il Paese e una sorveglianza elettronica. Ad eccezione degli arresti domiciliari, tra l'altro possibili già per adolescenti dai 15 anni in su, la polizia può ordinare tutto ciò senza un'ordinanza del tribunale, avvertono i promotori del referendum.
Un comitato civico favorevole è invece stato formato da UDC, PLR e PPD. Stando ai suoi membri, la Svizzera deve poter difendere le proprie istituzioni dall'estremismo e per farlo ha bisogno di strumenti che vanno dalla prevenzione alle sanzioni fino alla raccolta di informazioni. Quanto previsto dalla legge è dunque proporzionato.
Terrorismo, depositato il referendum
Telegiornale 14.01.2021, 13:30