Svizzera

"No" ai jihadisti già nel 2018

Il Consiglio federale ha risposto picche a Washington lo scorso anno e venerdì ha ribadito: "Nessuna partecipazione attiva al rientro dei combattenti elvetici"

  • 9 marzo 2019, 16:43
  • Ieri, 22:47
00:54

RG 12.30 del 09.03.2019 La risposta svizzera nella diretta di Mirko Priuli

RSI Info 09.03.2019, 16:42

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Di: RG/pon 

Gli Stati Uniti avevano chiesto formalmente alla Svizzera già nel luglio del 2018 di farsi carico del rimpatrio dalla Siria di una ventina di jihadisti con passaporto elvetico, molto prima quindi del tweet di metà febbraio con cui Donald Trump aveva preteso non solo da Berna ma da tutti i paesi europei che si riprendessero i loro cittiadini, che in caso contrario sarebbero stati liberati. Washington offriva supporto logistico ma a pagamento. Il Consiglio federale aveva risposto rifiutandosi, secondo quanto afferma il Tages Anzeiger di sabato.

Dalla radio

  • RG 12.30 del 09.03.2019 La posizione del Governo sulla minaccia statunitense nella diretta di Mirko Priuli

    RSI Info 09.03.2019, 16:43

  • RG 12.30 del 09.03.2019 L'intervista a Lorenzo Vidino esperto di sicurezza e terrorismo

    RSI Info 09.03.2019, 16:44

Venerdì il Governo nel corso della riunione settimanale ha definito la propria posizione escludendo una partecipazione attiva per il rientro di queste persone, invocando come priorità la sicurezza nazionale e la protezione della popolazione. In caso di rientro spontaneo, esso non potrà essere negato come a qualsiasi altro cittadino elvetico sulla base della Costituzione, ma polizia e autorità faranno di tutto per evitare che passino in clandestinità e diventino una minaccia.

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