Gli Stati Uniti lasceranno solo un "piccolo gruppo di peacekeeper", circa 200 soldati, in Siria per un certo periodo di tempo" dopo il ritiro delle loro truppe, 2'000 militari pronti a ritirarsi nelle prossime settimane, secondo il calendario confermato dal Pentagono. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders.
Secondo il Washington Post, la Francia e la Gran Bretagna hanno respinto la richiesta dell'amministrazione Trump di sostituirsi alle forze americane, come chiesto nei giorni scorsi dai dirigenti delle Forze siriane democratiche, la coalizione siriana guidata dall'ala locale del PKK curdo, ostile alla Turchia.
Più che la questione dell'autoproclamato Stato Islamico (IS), mai veramente sconfitto, il nodo del conflitto latente tra Ankara e i miliziani curdi in Siria sembra essere il motivo all'origine del rifiuto di Parigi e Londra di subentrare alle forze americane. I due alleati europei sono gli unici con truppe sul terreno nella Coalizione internazionale anti-IS. Secondo le fonti citate dal giornale, Francia e Gran Bretagna sono preoccupate dal fatto che finora gli USA non sono riusciti a trovare con Ankara un accordo per scongiurare un'operazione militare turca contro il PKK siriano nel nord del Paese.
Nei giorni scorsi, nel mezzo dell'assalto finale alla piana di Baghuz, i leader curdi avevano chiesto ai paesi occidentali di mantenere una forza di 1'500 uomini, sia in funzione anti-turca sia per mantenere stabili le aree "liberate" dall'IS.
Intanto Mosca sta "analizzando" l'evoluzione della posizione di Washington sul potenziale ritiro delle truppe dalla Siria. Lo ha detto il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. "Al momento non capiamo cosa significa (lasciare 200 soldati n.d.r)", ha detto Peskov.
Nel frattempo il presidente americano Donald Trump e quello turco Recep Tayyip Erdogan, informa la Casa Bianca, "hanno concordato di continuare a coordinare la creazione di una possibile safe zone (zona cuscinetto n.d.r.)" e hanno sottolineato che il capo del Pentagono ad interim Patrick Shanahan e il capo dello stato maggiore delle forze armate statunitensi Joseph Dunford riceveranno le loro controparti a Washington questa settimana per ulteriori colloqui.
ATS/M. Ang.