In Svizzera tra addetti ai lavori del settore idroelettrico si dibatte della costruzione di bacini a ridosso dei ghiacciai, un tema che secondo un articolo della NZZ am Sonntag non è più un tabù. Il domenicale si è procurato un elenco di località nelle quali potrebbero sorgere nuove dighe. Progetti che creano sconcerto tra i difensori del paesaggio.
Dopo anni di stop, nel dicembre 2021, le associazioni per la protezione dell'ambiente, i cantoni e i fornitori di energia avevano concordato, spiega la NZZ am Sonntag, di portare avanti 15 nuovi progetti idroelettrici. Tra questi c'erano progetti controversi per motivi ambientali. L'obiettivo: due terawattora aggiuntivi di elettricità entro il 2040.
Quello che svela il domenicale nella sua edizione odierna è che nel gruppo di accompagnamento della tavola rotonda sull'energia sono stati discussi progetti ancora più controversi. Lo dimostra un documento interno del gruppo, che la NZZ am Sonntag ha ottenuto dall'Ufficio federale dell'energia (UFE). Nel documento vengono elencate le ubicazioni di nove dighe e laghi di stoccaggio che attualmente non sono compatibili con la tutela dell'ambiente e con la legge sull'energia. Si tratta in particolare di impianti a ridosso del ghiacciaio del Rodano in Vallese (zona che però fa parte dell'Inventario federale dei paesaggi e dei monumenti naturali), di uno ai piedi del ghiacciaio Lej da Vadret nella Val Roseg (GR) che è però un biotopo protetto a livello nazionale e il progetto, molto controverso che risale agli anni Ottanta, per una stazione di pompaggio in Val Curciusa (GR).
Raimund Rodewald della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (SLS), sempre dalle colonne del domenicale svizzerotedesco, rileva che "realizzare progetti idroelettrici in questi siti sarebbe incostituzionale". E tali progetti sarebbero anche incompatibili con gli accordi internazionali, come la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica.
Andreas Stettler, direttore generale dell'Associazione svizzera per la gestione delle acque, conferma, ancora sulla NZZ am Sonntag, che anche i nove progetti controversi sono stati oggetto di discussione. Tuttavia, "poiché i progetti sono in conflitto con l'attuale legge sull'energia, queste discussioni non sono state approfondite".
In ogni caso anche i progetti controversi non sembrano essere comunque finiti in un cassetto. Benjamin Roduit, presidente dell'Associazione dei piccoli impianti idroelettrici del Canton Vallese e deputato al Nazionale (per il Centro) ricorda che alcuni dei progetti controversi sono stati discussi seriamente: "Ci sono progetti che al momento sembrano irrealistici a causa dei requisiti legali e della mancanza di fondi", afferma Roduit. "Ma questo può cambiare rapidamente nei prossimi anni se vogliamo produrre più energia nazionale".