Svizzera

ONU, la Svizzera “ha fatto la differenza”

Tirate le somme dopo un anno della Confederazione come membro non permanente del Consiglio di sicurezza

  • 19 dicembre 2023, 17:14
  • 19 dicembre 2023, 19:10
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Presente da inizio 2023

  • Archivio Keystone
Di: ATS/RSI Info

Un periodo soddisfacente. Viene definito così il primo anno di presenza della Svizzera nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) come membro non permanente. La Confederazione “ha ottenuto buoni risultati” e ha svolto un ruolo positivo in base alle priorità che erano state fissate dal Consiglio federale: costruzione di una pace sostenibile, protezione dei civili, rinforzare l’efficienza del Consiglio di sicurezza e agire per la sicurezza climatica. A dichiararlo è stato questo martedì il vicesegretario di Stato Thomas Grüber. A fargli eco anche l’ambasciatrice svizzera presso le Nazioni Unite a New York Pascale Baeriswyl, secondo la quale “abbiamo davvero fatto la differenza quando si è trattato di sostenere il diritto internazionale”.

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“Nessun contrasto con la neutralità”

La nomina della Svizzera come membro non permanente aveva inoltre riaperto il dibattito sulla neutralità del Paese. Secondo i due funzionari, durante questo primo anno le posizioni che la Svizzera ha dovuto prendere all’interno del Consiglio non sono state in contrasto con il fondamento della politica svizzera.

Il Paese è però in una situazione delicata: in un momento in cui la situazione a Gaza è fonte di tensioni, la minaccia di un taglio del contributo svizzero all’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha scosso l’organizzazione. Nel Consiglio la situazione viene tenuta d’occhio, “non è possibile dire se ci sarà un effetto” fintanto che la decisione non sarà definitiva, ha indicato Baeriswyl.

Successi e sconfitte

Tornando ai successi della presenza svizzera nel Consiglio, Berna può vantare di aver guidato i negoziati per il rinnovo del mandato della missione di pace in Bosnia-Erzegovina. Inoltre ha rafforzato i diritti umani nella missione di polizia multinazionale che sarà dispiegata ad Haiti.

Tra le note più amare, invece, la situazione in Siria, colpita a febbraio da un forte terremoto. A causa del veto russo su una bozza di risoluzione per rinnovare il meccanismo di assistenza umanitaria del Paese del Medio Oriente, la Svizzera ha subito una battuta d’arresto. Nonostante questa, però, è stata trovata una soluzione, poiché il regime siriano ha prolungato l’apertura dei punti di passaggio.

Per quanto riguarda l’Ucraina, viene ricordato che lo scorso maggio il consigliere federale Ignazio Cassis ha cercato di ottenere progressi in materia di sicurezza nucleare nella centrale di Zaporizhia. Sebbene la situazione resti preoccupante, negli ultimi mesi non si sono verificati incidenti di rilievo nel sito, che ora è controllato dall’esercito russo.

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“Il mondo è diventato ancora più instabile”

Negli ultimi mesi “il mondo è diventato ancora più instabile”, ha detto Grüber. Sudan, Nagorno-Karabakh e Niger sono solo alcuni dei temi caldi che i quindici membri del Consiglio di sicurezza hanno dovuto affrontare.

L’anno prossimo, la Svizzera continuerà a concentrarsi sulle questioni che rientrano nel suo mandato e intende dare maggiore risalto alla Ginevra internazionale, alla diplomazia scientifica e al tema “donne, pace e sicurezza”.

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