Le proteste studentesche hanno raggiunto anche l’Università di Zurigo: l’edificio principale è stato infatti occupato, ha scritto il gruppo “Studenti per la Palestina” in un comunicato stampa di martedì. “Ci uniamo al movimento internazionale di solidarietà pacifica con la Palestina”, si legge nella nota.
Come in altre università, i manifestanti chiedono una posizione chiara da parte dell’Università di Zurigo, che “ha il dovere di rompere il silenzio sulle violazioni dei diritti umani”. Chiedono inoltre un boicottaggio accademico delle istituzioni e delle aziende israeliane “che sono coinvolte in qualsiasi modo nel genocidio”.
Secondo la dichiarazione, gli occupanti intendono rimanere finché le loro richieste non saranno ascoltate e accettate.
Losanna, Governo e rettorato vogliono la cessazione anche dell’occupazione diurna
Nel frattempo, a Losanna il rettorato dell’università (UNIL) e il governo vodese hanno concordato in una riunione di lunedì sera che l’occupazione dell’edificio Géopolis da parte di studenti filo-palestinesi deve cessare. Lo ha dichiarato martedì il consigliere di Stato Frédéric Borloz al Gran Consiglio. Tuttavia, non è stato annunciato alcun ultimatum.
Borloz, a capo del Dipartimento dell’istruzione e della formazione professionale vodese, si è espresso nell’ambito di una risoluzione PLR-UDC che chiede al governo di adottare tutte le misure per garantire che le missioni primarie dell’UNIL, ossia l’istruzione e la ricerca, siano svolte in totale sicurezza e senza ostacoli per l’intera comunità universitaria. Il testo, sostenuto dalla destra, è stato approvato con 71 favorevoli e 54 contrari.
Prima del voto, Borloz ha comunque riconosciuto che l’occupazione “si sta svolgendo in modo pacifico”. Tuttavia, ha ritenuto che “sono state superate delle linee rosse”. “Centinaia di studenti non si sentono a loro agio nel frequentare le lezioni. Io stesso ho ricevuto messaggi e testimonianze”. Ha anche parlato di “messaggi razzisti, inappropriati e irrispettosi”.
La risoluzione non è vincolante ed è un auspicio inviato al Consiglio di Stato, che ha tre mesi di tempo per informare il Parlamento della propria risposta.
All’UNIL, gli studenti hanno terminato la loro occupazione notturna mercoledì sera, dopo aver trascorso sei notti nell’atrio dell’edificio Géopolis. Sono tornati giovedì mattina per continuare la loro mobilitazione diurna. Le discussioni tra la direzione e il collettivo pro-palestinese proseguono pacificamente.
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Ultimatum all’università di Berna
Un ultimatum al movimento filopalestinese è invece stato lanciato oggi, martedì, dall’Università di Berna, che vuole che i locali nell’edificio Unitobler vengano liberati entro le 12.00 di oggi.
Se questo ultimatum non verrà rispettato, l’Università di Berna si riserva il diritto di porre fine all’occupazione, ha dichiarato l’ufficio stampa dell’università all’agenzia di stampa Keystone-SDA in risposta a una richiesta di informazioni.
Gli attivisti non hanno però intenzione di lasciare i locali e continuano a cercare il dialogo con l’università, ha dichiarato un portavoce. Lunedì la direzione dell’università ha definito la situazione inaccettabile.
L’occupazione è iniziata domenica sera in diversi locali della sede di Unitobler, tra cui la mensa. Gli attivisti chiedono un “boicottaggio accademico delle istituzioni israeliane”.
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