Le proteste pro-Palestina si fanno sentire anche all’Università di Berna, dove da ieri (domenica) sera circa 60 studenti hanno occupato alcune sale dell’ateneo, come constatato un corrispondente di Keystone-ATS sul posto.
Gli studenti accusano l’Università di essersi schierata politicamente nel conflitto in Medio Oriente. In particolare, dipendenti pro-Palestina sarebbero stati censurati, mentre i contatti accademici con Israele vengono curati.
A inizio anno l’Università di Berna aveva sciolto l’Istituto per gli studi sul Medio Oriente (Isno). A monte un episodio che aveva avuto ampia risonanza: lo scorso ottobre l’Università aveva licenziato in tronco un professore che su X aveva applaudito l’attacco sferrato da Hamas contro Israele. In seguito era stata avviata un’indagine amministrativa sull’Istituto.
“Chiediamo all’Università di rispettare l’occupazione pacifica e di cercare il dialogo con noi”, si legge in un comunicato. Con l’azione di protesta gli studenti non vogliono bloccare il funzionamento dell’ateneo: “Occupiamo solo gli spazi per rendere attenti sull’argomento per il quale lottiamo”, ha detto un’attivista. “Rimarremo finché necessario”.
La replica dell’Università
L’ateneo bernese respinge queste accuse. “Le università non sono attori politici”, ha dichiarato un portavoce a Keystone-ATS. “Noi a Berna abbiamo stipulato accordi con due università israeliane per lo scambio di studenti, ma non ci sono collaborazioni importanti nella ricerca”.
“Come è comune nel mondo scientifico, c’è una cooperazione tra ricercatori bernesi e israeliani su grandi progetti internazionali, per esempio al CERN di Ginevra”, ha aggiunto. “Ci sono anche pubblicazioni congiunte nei campi della ricerca biomedica e clinica, della biologia, delle scienze della terra e della storia”.
Il portavoce ha anche sottolineato che la missione delle facoltà è fornire servizi accademici nei campi della ricerca e dell’insegnamento. Il mantenimento del discorso accademico è quindi di fondamentale importanza.
“Le università non possono tollerare l’esclusione di individui o istituzioni che fanno parte della comunità accademica”, ha sottolineato. A suo avviso, la strumentalizzazione non è una condizione per un dialogo costruttivo.
Occupazioni anche a Friborgo e Basilea
Lunedì mattina sono state occupate anche le sedi delle università di Basilea e Friburgo. Sulle rive della Sarine gli studenti hanno annunciato in un comunicato un’azione dal carattere simbolico. Il gruppo di circa un centinaio di persone ha chiesto un “boicottaggio accademico” di tutte le istituzioni israeliane e un cessate il fuoco nei territori palestinesi.
Hanno inoltre chiesto all’Università di rimuovere la targa commemorativa di Chaim Weizmann nell’Aula Magna e di rinominare la Conferenza Chaim Weizmann organizzata dal Dipartimento di Chimica dal 2009. Weizmann, che è stato il primo presidente israeliano, aveva studiato a Friburgo.
A Basilea, gli studenti hanno occupato il Bernouillanum, secondo quanto da loro stessi dichiarato. Hanno anche chiesto all’università di assumersi le sue responsabilità e di sospendere la cooperazione con le istituzioni israeliane.
A Ginevra dialogo università-studenti a un punto morto
Le proteste per la Palestina continuano anche a Losanna e Ginevra, seppur con intensità differente. A Losanna il rettorato ha infatti accettato il principio di istituire un comitato che esamini il contenuto delle collaborazioni esistenti e previste tra l’UNIL e le istituzioni israeliane, e gli occupanti hanno rinunciato agli accampamenti notturni.
Diversa la situazione a Ginevra, dove il dialogo tra studenti e università sembra essere ad un punto morto. Sabato il Consiglio scientifico, a cui l’università ha affidato il compito di negoziare, dopo lunghe discussioni ha inviato una proposta di compromesso al rettorato, che però non ha soddisfatto gli studenti che hanno deciso di proseguire l’occupazione almeno fino a oggi (lunedì). Una decisione che potrebbe compromettere il dialogo tra le parti perché la volontà della rettrice è chiara: vuole che l’occupazione finisca, ma - ai microfoni di RTS - ha aggiunto che l’intervento della polizia deve essere l’ultima ratio.
Intanto, dopo l’incursione di militanti in favore di Israele venerdì, l’accesso allo stabile è stato limitato ai membri della comunità universitaria.
Occupata anche l'Uni di Berna
Telegiornale 13.05.2024, 12:30
RG 7.00 del 13.05.2024 - Il servizio di Aron Guidotti
RSI Info 13.05.2024, 07:47