Svizzera

La protesta nelle università continua, anche col dialogo

Gli attivisti a tu per tu con i vertici degli atenei di Losanna e Ginevra per avanzare le loro richieste

  • 8 maggio, 16:19
  • 8 maggio, 23:18
occupazione università di Ginevra

Foto d'archivio

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info 

La protesta pro-palestinese negli spazi delle università di Ginevra (UNIGE) e Losanna (UNIL) prosegue, anche attraverso il dialogo con i vertici dei due atenei con l’obiettivo di avanzare le rivendicazioni.

È il caso del Coordinamento studentesco per la Palestina-Università di Ginevra, che sta dietro all’occupazione dell’atrio dell’UniMail dell’ateneo ginevrino, iniziata martedì: nel primo pomeriggio di mercoledì i rappresentanti hanno incontrato il vicerettore Edouard Gentaz e ottenuto il diritto di dormire un’altra notte sul posto. La loro richiesta è che l’università prenda posizione “sul genocidio perpetrato da Israele a Gaza” e chieda un cessate il fuoco immediato, e che interrompa le sue collaborazioni accademiche con istituti israeliani. Ha fatto discutere - ha riferito il professore incaricato di mediare, Frédéric Esposito - lo striscione con la scritta “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”, interpretato da qualcuno come un rifiuto di riconoscere l’esistenza di Israele. Per il momento lo striscione non è stato rimosso.

All’Università di Losanna (UNIL) l’occupazione dello stabile Géopolis è iniziata lo scorso giovedì. E prosegue, nonostante lunedì la direzione abbia chiesto di sgomberare l’edificio. Anche in qui è in corso uno scambio tra vertici universitari e studenti filopalestinesi, che inizialmente sono stati autorizzati a trascorrere una notte in più nell’edificio, come ha dichiarato una portavoce del collettivo studentesco a Keystone-ATS nella serata di mercoledì. Sempre in serata è poi però giunto un comunicato dell’università che spiega di aver chiesto al collettivo studentesco di di lasciare i locali mercoledì sera e di mettere fine all’occupazione notturna. È stato al contempo concordato che i locali possono continuare a essere utilizzati durante gli orari di apertura, in attesa di negoziati. La direzione dell’UNIL aveva posto la condizione che il collettivo lasciasse l’edificio entro la serata come condizione per il proseguimento dei negoziati, cosa che è stata fatta, ha annunciato l’istituzione nel comunicato.

Durante la giornata, il collettivo ha ricevuto la visita del consigliere agli Stati ginevrino Carlo Sommaruga (PS), che presiede anche il gruppo parlamentare Svizzera-Palestina. Sommaruga ha espresso la sua gratitudine agli studenti per la loro mobilitazione e, a suo avviso, la richiesta di “cessare la collaborazione con le università israeliane è giustificata”. L’Università dovrebbe pensare a “collaborare con università palestinesi e israeliane contemporaneamente sullo stesso progetto”, ha detto.

Sempre a Losanna, si è invece conclusa nel tardo pomeriggio di ieri l’occupazione al Politecnico federale (EPFL). Nella serata odierna si è tenuto un incontro a porte chiuse con la direzione dell’istituto. Al termine, la direzione dell’EPFL ha ribadito il proprio rifiuto del boicottaggio accademico delle istituzioni israeliane. Da parte sua la delegazione di studenti filo-palestinesi ritiene di aver ottenuto “alcune concessioni” e promette che “il movimento continuerà”.

Secondo il presidente del politecnico losannese Martin Vetterli, le parti hanno salutato il dialogo come cortese e persino “costruttivo”. L’istituzione ha promesso di effettuare un’analisi approfondita dei suoi accordi di ricerca con le istituzioni israeliane.

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