Occupazione terminata all’EPFL, ma continua a Ginevra e all’UNIL

La manifestazione pro-palestinese al Politecnico federale di Losanna (EPFL) è terminata: martedì attorno alle 17.30 gli attivisti hanno iniziato a liberare la sala di uno stabile che avevano occupato in giornata. La direzione si era offerta di incontrare i membri del collettivo, chiedendo loro di andarsene volontariamente.

Si trattava di un’occupazione organizzata da un “Coordinamento studentesco per la Palestina”, che non è un’associazione dell’EPFL, come ha fatto sapere l’ateneo in un comunicato diffuso nel pomeriggio. Domani alle 19.15 al Forum del Rolex Center è previsto un incontro tra gli attivisti e la direzione dell’istituto.

Prosegue invece l’occupazione iniziata sempre oggi all’Università di Ginevra: un centinaio di studenti ha dichiarato di voler passare la notte nell’edificio, come è stato comunicato al termine di una riunione del Coordinamento studentesco Palestina-Università di Ginevra. Quest’ultimo si è comunque detto aperto al dialogo e pronto a fare concessioni.

Anche all’UNIL, l’università di Losanna dove tutto è cominciato, gli attivisti sono ancora sul posto e una cinquantina di loro ha dormito per terra, nei sacchi a pelo o sui divani. Altri hanno montato delle tende. Gli attivisti filopalestinesi che da giovedì occupano l’edificio di Géopolis hanno deciso di prolungare la loro protesta contro il parere della direzione, che ha chiesto loro di andarsene dopo averli fatti rimanere per cinque giorni.

I manifestanti accusano l’UNIL di non aver risposto alle richieste degli occupanti durante la loro assemblea generale e di aver inviato solo risposte scritte. Da parte sua, l’UNIL sottolinea di aver offerto di incontrare solo una piccola delegazione di manifestanti altrove rispetto a Géopolis, ma di averla rifiutata.

Al Politecnico federale di Zurigo, dove nel pomeriggio è intervenuta la polizia per lo sgombero forzato dell’ateneo, sono nel frattempo scattate 28 denunce nei confronti di altrettanti attivisti. Alcune delle persone denunciate avevano opposto resistenza alle autorità.