Svizzera

Palestina e aiuti, la complicata scelta delle ONG

Il Consiglio federale farà un riesame dettagliato della destinazione dei fondi per evitare che finiscano ad Hamas – Ma come vengono scelte e controllate le organizzazioni? Le spiegazioni 

  • 12 ottobre 2023, 12:59
  • 13 ottobre 2023, 15:31

Quali controlli sulle ONG svizzere in Palestina

Telegiornale 12.10.2023, 12:43

Di: TG/dielle

Il Consiglio federale ieri, mercoledì, ha ribadito l’importanza che il sostegno finanziario ai palestinesi sia utilizzato per fini leciti. Verrà pertanto fatto un riesame dettagliato degli aiuti che la Confederazione versa alle organizzazioni attive nei territori palestinesi per evitare che finiscano ad Hamas. Già oggi ci sono però criteri sulla scelta delle ONG e controlli.

Anche in tempi normali alla popolazione palestinese serve infatti aiuto, che viene fornito anche da organizzazioni e fondi svizzeri. Come ad esempio Médecins du Monde Suisse, attiva a Gaza e in Cisgiordania con progetti per rafforzare la salute mentale.

“Operiamo principalmente nella salute mentale e nel supporto psicosociale – spiega alla RSI il coordinatore dell’organizzazione Marco di Liddo – che si realizza concretamente in interventi a livello individuale, famigliare, nelle comunità, ma anche con supporto al sistema sanitario e al Ministero della salute”.

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Ogni anno la Svizzera versa 20 milioni di franchi all’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi. E poi vengono sostenute altre 30 organizzazioni, che erano 70 fino a qualche anno fa, prima che il loro numero venisse scremato. “Su queste 30 – dichiarava il ministro degli esteri Ignazio Cassis appena tre giorni fa – possiamo avere un alto grado di affidabilità sul fatto che utilizzino i soldi per gli scopi stabiliti e previsti”.

La scelta e il controllo

Ma come scegliere chi merita di ricevere denaro? Il Dipartimento degli affari esteri ci ha scritto che i partner devono aderire ai valori della politica estera svizzera e distanziarsi dal terrorismo, dalla violenza, dal razzismo e dall’odio, compresi l’antisemitismo e l’islamofobia. Tutti i contratti contengono poi una clausola antidiscriminazione. Inoltre il DFAE dispone di strumenti di gestione e di controllo permanente che limitano i rischi di certi partenariati.

Una procedura che trova conferma nelle parole di Marco di Liddo, di Médecins du Monde: “Utilizziamo delle modalità che sono le stesse per tutti i finanziatori, applicando delle procedure di trasparenza interne a cui si aggiungono quelle richieste dal donatore, e siamo soggetti ad audit dei donatori, ma anche palestinesi. Ogni centesimo speso è pertanto seguito passo per passo”.

Ad oggi non ci sono in effetti indizi di soldi svizzeri finiti dove non dovevano finire. Il Governo vuole però certezze e così il DFAE ha deciso di riesaminare attentamente tutti i flussi finanziari.

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