Cinquecento persone, in maggioranza donne, si sono radunate a Berna giovedì, in occasione dell'8 marzo, rivendicando la parità salariale tra i sessi.
Diverse oratrici, riferendosi alla decisione presa la settimana scorsa dal Consiglio degli Stati di soprassedere per ora sulla proposta governativa di modificare la legge in modo da ridurre lo scarto tra stipendi, hanno fatto notare che s'è trattato di una scelta della maggioranza maschile, inaccettabile e al limite dell'illegalità.
Studi indicano che, a 22 anni dall'introduzione di norme volte ad annullare la differenza e a 40 da quando l'uguaglianza fra i generi è stata iscritta nella Costituzione, le lavoratrici guadagnano ancora il 15,1% in meno rispetto ai colleghi a parità di mansioni.
ATS/dg