Lento, costoso e burocraticamente gravoso. Queste le critiche formulate da FMH e Pharmasuisse all'indirizzo di Berna e della soluzione di certificato anti-Covid attualmente allo studio. Le associazioni professionali di farmacisti e medici, dalle colonne della Neue Zürcher Zeitung am Sonnatg, fanno inoltre notare che il "passaporto" della Confederazione arriverebbe solo dopo le prossime aperture e comporterebbe un grande onere amministrativo per le associazioni di categoria in ambito sanitario a più stretto e diretto contatto con la popolazione e i pazienti.
Le due organizzazioni, invece di elaborare un nuovo sistema come vuole fare Berna, si dicono pronte a far capo a software esistenti e alla piattaforma informatica utilizzata per la cartella elettronica del paziente. La garanzia della correttezza e l'autenticità del documento - che sarebbe disponibile sia elettronicamente sui telefonini, sia su carta - sarebbe certificata dalle due organizzazioni professionali.
Proseguono i lavori nei Grigioni per un pass a prova di falsificazione
Nel frattempo nei Grigioni - la RSI ne aveva già riferito 10 giorni fa, ma oggi del tema si occupa anche il SonntasgBlick - si sta già lavorando ad una soluzione a prova di falsificazione e con certificazione dell'identità che punta in primo luogo a garantire l'avvenuto test con esito negativo per poter partecipare a grandi eventi. Le prime prove, grazie alla collaborazione e alla supervisione delle autorità cantonali retiche, potrebbero già essere fatte questo mese in occasione di alcune assemblee comunali.
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