Svizzera

Passo avanti in Parlamento sulla legge contro lo stupro

Approvata una proposta di compromesso: alla soluzione del rifiuto, "No vuol dire no", è stata inclusa nella definizione di violenza sessuale lo sfruttamento di uno stato di choc

  • 7 marzo 2023, 15:15
  • 20 novembre, 11:48
Foto d'archivio di una manifestazione che chiede di fermare le violenze contro le donne

Foto d'archivio di una manifestazione che chiede di fermare le violenze contro le donne

  • keystone
Di: ATS/M. Ang. 

Dopo anni di discussioni, è stato fatto un passo decisivo in Parlamento nella revisione del diritto penale sessuale che riguarda lo stupro.

Il Consiglio degli Stati ha confermato la cosiddetta soluzione del rifiuto, "No vuol dire no", ma - senza opposizioni - ha incluso nella definizione di violenza sessuale lo sfruttamento di uno stato di choc o cosiddetto "freezing". In questo modo si tiene conto anche dei casi di aggressione sessuale o di violenza carnale in cui la vittima si trova in uno stato di immobilità tonica.

Un compromesso che soddisfa anche chi per anni ha lottato per la soluzione del consenso vale a dire "solo un sì è un sì". Con 20 voti contro 19, i "senatori" non hanno invece voluto seguire il Nazionale, che vuole aumentare la pena detentiva minima a due anni per la violenza carnale qualificata.

Pornografia infantile

Gli Stati hanno poi confermato che solo le persone colpevoli di abusi sessuali su bambini di età inferiore ai 12 anni devono essere perseguibili per tutta la vita. No quindi all'innalzamento di questo limite d'età a 16 anni come voluto dal Consiglio nazionale.

Le altre decisioni

Il Consiglio degli Stati ha poi tacitamente respinto la disposizione recentemente inserita dal Consiglio nazionale riguardante il "cibergrooming", ossia l'adescamento in rete di minorenni tramite tecniche di manipolazione psicologica volte a superarne le resistenze e a ottenerne la fiducia per abusarne sessualmente.

Tale disposizione è inutile poiché tutti i reati considerati da questa disposizione sono già oggi punibili, ha precisato Sommaruga a nome della commissione. Per motivi analoghi, gli Stati si sono opposti anche contro le norme sul "ciberbullismo". Sempre in modo tacito, i "senatori" hanno invece voluto mantenere le disposizioni sulla cosiddetta pornovendetta (revenge porn).

Il dossier torna al Consiglio nazionale.

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