Alla guida della SRG SSR va messa “una personalità politica di spicco, un esponente borghese che crei il consenso in grado di salvare l’azienda: non è necessario che conosca la radio o la televisione”. Lo sostiene Armin Walpen, che dal 1996 al 2010 è stato direttore generale dell’ente radiotelevisivo.
“Serve un peso massimo politico al vertice della SRG SSR”, afferma il 75enne in un’intervista pubblicata oggi, domenica, dal SonntagsBlick. “Il problema dell’impresa non è la mancanza di competenze. Ha invece urgente bisogno di qualcuno che prenda sul serio il dialogo e le critiche, tenendovi testa: qualcuno che resista agli attacchi e che vi si opponga”.
“L’ideale sarebbe trovare un pezzo forte dell’UDC”, argomenta l’ex manager con laurea in giurisprudenza all’università di Berna. “Ma è probabile che sia difficile. La persona in questione potrebbe però anche essere un peso massimo del PLR, ad esempio Thierry Burkart o Damian Müller”.
Si tratta di politici navigati - ribatte il caporedattore del domenicale Reza Rafi, che ha condotto l’intervista - ma quanto ne sanno questi signori di radio e televisione? “Nella situazione attuale, questa non è una questione centrale”, risponde Walpen. “I politici intelligenti imparano in fretta. Alla SRG SSR ci sono un sacco di competenze professionali. Manca però una rete politica sul versante istituzionale”.
“L’avevo già notato con l’iniziativa No Billag, ma allora l’UDC non aveva agito in modo esattamente intelligente: nel frattempo il partito ha migliorato dal punto di vista tattico, ma le motivazioni sono sempre le stesse”, sostiene Walpen. “Con l’iniziativa ‘200 franchi bastano!’ possono dire di non essere contro la SRG SSR e il servizio pubblico in quanto tali, ma solo contro l’azienda così com’è oggi. È un’abile argomentazione”.
“Oggi il problema è come salvare l’esistenza della SRG SSR”, sottolinea l’intervistato. “Scommetto con voi: se questa iniziativa andrà in porto la vita della SRG SSR sarà compromessa a medio termine”. Secondo l’ex dirigente l’impresa al momento non si difende a dovere. “La SRG SSR ha troppo poche persone che si presentano in pubblico e hanno un peso. Mi riferisco all’aspetto istituzionale”.
Nel’intervista Walpen parla anche di un’altra crisi per l’impresa, quella negli anni ‘70 quando direttore generale era il ticinese Stelio Molo. “Veniva attaccato politicamente, aveva avuto problemi con la Berna federale. E proprio come oggi, la domanda che ci si poneva allora era come migliorare i contatti con i politici. Dovevamo trovare qualcuno che fosse in grado di creare ponti tra la SRG SSR e la politica”, spiega l’ex dirigente.
Il problema al giorno d’oggi, secondo Walpen, è che “nessuno si alza in piedi, tutti hanno paura dell’UDC”. Ma a suo avviso il voto sull’iniziativa alle urne “non si deciderà in base a qualche programma politico di sinistra, bensì in base al fatto che il singolo cittadino senta di ottenere qualcosa di interessante in cambio del canone”, conclude.
Notiziario delle 15:00 del 21.01.2024
Notiziario 21.01.2024, 15:30
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