Svizzera

Più di 8'000 persone in assistenza

La Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale afferma che la situazione peggiorerà ancora a causa del nuovo coronavirus

  • 21 giugno 2020, 13:13
  • 22 novembre, 19:07
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Molti casi riguardano quei lavoratori indipendenti che erano già in difficoltà prima della crisi

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Di: ATS/FD 

Dallo scoppio della crisi legata alla pandemia di coronavirus, in Svizzera circa 8'300 persone sono finite a carico dell'assistenza sociale. Tra di esse anche quei lavoratori indipendenti che prima della pandemia si tenevano a malapena a galla, come pure molti dipendenti costretti a ricorrere al lavoro ridotto. Christoph Eymann, presidente della Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS), in un'intervista pubblicata dal domenicale "NZZ am Sonntag" rileva che la COSAS prevedeva che la crisi legata al covid-19 non si sarebbe manifestata a livello di assistenza sociale nelle prime settimane e nei primi mesi, bensì con un certo ritardo.

Lavoratori indipendenti più colpiti

Molti casi riguardano lavoratori indipendenti che già prima della crisi navigavano in cattive acque e i cui servigi ora non sono più richiesti. Un esempio tra tanti è quello dei tassisti. Vi sono poi numerosi dipendenti che a causa del lavoro ridotto si ritrovano con un salario che non basta più a coprire il minimo vitale e sono costretti a ricorrere all'assistenza sociale. La COSAS non si aspetta che la situazione migliori rapidamente e per questo sono stati elaborati tre diversi scenari per i prossimi due anni: quello di mezzo, secondo Eymann, ipotizza un aumento di circa 75'000 beneficiari dell'assistenza sociale entro la fine del 2022.

Necessaria una perequazione cantonale

Quest'evoluzione rischia di farsi notare soprattutto nei comuni in cui vivono già numerose persone a carico degli aiuti sociali: in questi casi non è escluso che si debba procedere a un aumento del moltiplicatore d'imposta. "Per alleggerire il carico sui comuni bisognerà procedere a una perequazione all'interno dei singoli cantoni", per evitare che alcune località si trovino in gravi difficoltà finanziarie, precisa Eymann.

Le misure di deconfinamento annunciate venerdì potrebbero migliorare la situazione, tuttavia Matthias Egger si è detto preoccupato a questo ritorno alla normalità. Secondo il capo della National COVID-19 Science Task Force la Svizzera non è ancora pronta. Manca inoltre un sistema di monitoraggio funzionale per l'intera nazione.

01:29

L' opinione di Egger

Telegiornale 19.06.2020, 22:00

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8300 persone in più in assistenza

Telegiornale 21.06.2020, 22:00

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