Alla luce della situazione di minaccia attuale e della guerra in corso in Ucraina, l'esercito svizzero è di fronte a un numero crescente di sfide che rendono necessario un aumento della spesa. Il Consiglio degli Stati, come già fatto lo scorso mese dal Nazionale, giovedì ha accolto una mozione che chiede un aumento progressivo delle spese per l'esercito a partire dal 2023, in modo da raggiungere almeno l’1% del PIL al più tardi nel 2030, corrispondente a un budget per la truppa di circa 7 miliardi di franchi.
Il testo depositato dalle commissioni della politica di sicurezza di entrambe le Camere e che godeva del sostegno del Consiglio federale, agli Stati è stato accolto con 32 voti a 11.
Il campo rosso-verde si è opposto chiedendo, tra le altre cose, di evitare decisioni precipitose (sospetta che l'esercito non sappia come impiegare i mezzi supplementari) e invitando a collaborare maggiormente con gli altri Paesi. La posizione della maggioranza è stata illustrata in particolare dal "senatore" democentrista bernese Werner Salzmann. Ha ricordato come per anni le spese dell'esercito sono state costantemente ridotte. Ciò che ha condotto a un ritardo nella modernizzazione e a un equipaggiamento non sufficiente delle formazioni. Tali lacune, ha sottolineato, vanno colmate al più presto a causa anche della guerra in Ucraina che ci dimostra come le guerre convenzionali in Europa non siano affatto scomparse come credeva qualcuno.
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