Svizzera

Pietro Mona difende il patto ONU

L'ambasciatore ticinese convinto della necessità per la Svizzera di firmare l'accordo mondiale sulla migrazione

  • 12 novembre 2018, 11:16
  • 22 novembre, 23:47
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Notiziario 10.00 del 12.11.18: Pietro Mona difende il Patto sulla migrazione

RSI Info 12.11.2018, 11:14

  • SR
Di: ATS/Diem 

La firma del patto mondiale per la migrazione delle Nazioni Unite è nell'interesse della Svizzera. A sostenere il documento è l'ambasciatore Pietro Mona secondo cui la Confederazione, come sottolinea in un'intervista rilasciata al "Blick", rischia di perdere credibilità se dovesse rimanersene in disparte. A parere del diplomatico ticinese, capo della delegazione che ha negoziato il documento frutto di trattative fra 192 Stati, l'accordo ONU dà alla Svizzera strumenti supplementari per negoziare accordi di riammissione con altri Stati, come l'Eritrea.

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Venerdì della scorsa settimana anche i membri della commissione delle istituzioni politiche degli Stati, dopo un'analoga presa di posizione degli omologhi del Nazionale, hanno reso noto che, a loro avviso, il Consiglio federale non deve per il momento firmare il patto adottato dall'assemblea generale delle Nazioni Unite in luglio. Dovrebbe essere sottoscritto ufficialmente durante una conferenza a Marrakech che si terrà il 10 e l'11 dicembre. Gli Stati Uniti, l'Austria, l'Ungheria e l'Australia hanno già deciso che si asterranno. A questi Paesi potrebbe aggiungersi la Polonia. Il Governo svizzero vorrebbe firmalo, ma con riserva.

Un piccolo paese come la Svizzera, aggiunge l'ambasciatore, dipende dalla cooperazione internazionale. Ebbene, questo patto non vincolante di 34 pagine è il primo strumento a livello internazionale volto a far sì che gli Stati cooperino al ritorno dei propri cittadini. Il fatto che la Confederazione rispetti già i 23 obiettivi di questo accordo non rappresenta un ostacolo sufficiente alla sua partecipazione, ha sottolineato Mona. Tra l'altro, ha spiegato, è in gioco la nostra credibilità. "Non possiamo esigere da altri Paesi che rispettino dei principi per i quali noi stessi non vogliamo impegnarci".

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"La migrazione è un argomento che suscita parecchie emozioni, è risaputo", ha commentato l'alto funzionario del Dipartimento federale degli affari esteri. "È comprensibile che non tutti in Parlamento siano d'accordo con l'insieme gli aspetti evocati nel testo", ha detto Mona al quotidiano zurighese. "Noi, tuttavia, abbiamo dato tutto per ottenere il miglior risultato possibile". Insomma, il patto così come è uscito dalle discussioni è in linea con i nostri interessi.

L'accordo enumera dieci principi e 23 obiettivi generali per migrazioni sicure, ordinate e regolari. Si tratta di un catalogo di misure che diverge col diritto svizzero per quanto attiene alla detenzione in vista di un allontanamento o espulsione di minori di almeno 15 anni. La legislazione elvetica consente questo tipo di detenzione, mentre il patto raccomanda di evitare simili misure.

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