A causa della crisi del coronavirus, in Svizzera le piscine non saranno accessibili prima dell’8 giugno, ma l’attesa potrebbe anche protrarsi. I gestori, compresi quelli ticinesi, pensano piuttosto alla metà di giugno-inizio luglio. “Tutto è ancora un po’ vago. Aspettiamo un via libero chiaro e direttive più precise dal Consiglio federale”, ha detto Christian Barascud, presidente dell’Associazione delle piscine romande e ticinesi (APRT).
Attualmente solo il comune di Tramelan (Giura bernese), ha deciso di rinunciare definitivamente alla riapertura per quest’anno. Il presidente dell'APRT non è al corrente di provvedimenti analoghi altrove, né al sud delle Alpi né in Romandia. I responsabili dei vari impianti attendono la decisione del governo, che dovrebbe arrivare il prossimo 27 maggio.
Nel frattempo l’associazione ha elaborato una guida con una serie di indicazioni volte a impedire i contagi. “Raccomandiamo ad esempio di non mettere a disposizione le docce”, dice Barascud. Altre direttive riguardano le file d’attesa all’entrata, la distanza da osservare sui prati, il numero di bagnati per ogni piscina ed eventuali sistemi di prenotazione.