La corte d'assise speciale di Parigi ha condannato oggi (venerdì) a 15 anni di carcere un vodese accusato di terrorismo. L'uomo era imputato in particolare per aver reclutato, attraverso un servizio di messaggeria criptata, un gruppo disposto a compiere attentati in Francia e in Svizzera. Il 31enne, scontata la pena, non potrà più rientrare su territorio francese.
La pena conferma le richieste dell'accusa. I giudici hanno in particolare riconosciuto l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata non solo a realizzare attacchi, ma anche alla propaganda jihadista e a favorire partenze per combattere in Siria. Si trattava quindi di una "incubatrice" di progetti terroristici e non solo di semplici discussioni (durate sette mesi) senza l'intenzione di passare all'atto, come sostenuto dalla difesa. Gli altri sei accusati dovranno trascorrere dietro le sbarre dai 3 e mezzo ai 12 anni.
Il giovane elvetico di Yverdon, con origini bosniache, era stato arrestato tre anni fa durante un'operazione congiunta franco-elvetica. Nei messaggi scambiati via etere, aveva proposto le sue riflessioni su obiettivi e modalità operative, selezionando gli interlocutori più determinati e promettendo di fornire armi. Parallelamente, si era mostrato violento con la moglie e i vicini e si era formato all'uso delle armi da fuoco e degli esplosivi.