Svizzera

Raffreddori e influenze scacciano (per ora) il Covid

Gli esperti ipotizzano però una nuova ondata autunnale - Vaccino, si pensa a un secondo richiamo - Merlani: "Fasce a rischio ancora esposte"

  • 8 maggio 2022, 15:53
  • 20 novembre, 15:58
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Di: ludoC-CN/ATS 

Le registrazioni di oltre 180 studi medici in Svizzera mostrano che i classici virus influenzali che scatenano sintomi come febbre, mal di testa o tosse hanno preso il sopravvento sul Sars-Cov-2. Lo si legge sulle colonne della SonntagsZeitung, che spiega come gli esperti si aspettino ora un'altra ondata di infezioni di Covid in autunno. Diversi paesi stanno quindi vaccinando le persone a rischio e gli anziani con un secondo richiamo.

Verso un secondo “booster”?

Il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità Lukas Engelberger è critico riguardo all'attendismo che invece vige al momento nella Confederazione: a suo avviso la Svizzera non si sta preparando sufficientemente per una possibile ondata in autunno.

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Da parte sua il presidente della Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) Christoph Berger sostiene invece che a Berna si stanno elaborando vari scenari. "Uno di questi è una seconda vaccinazione di richiamo", ha spiegato alla SonntagsZeitung. Al momento, tuttavia, il secondo richiamo (il cosiddetto “booster”) non è raccomandato.

Merlani: "Il virus circola ancora"

L’attenzione, anche mediatica, nelle ultime settimane è focalizzata su vari temi e soprattutto sulla guerra in Ucraina, molto meno sulla diffusione del Covid-19, sebbene il virus Sars-Cov-2 che provoca la malattia non sia sparito. “La malattia circola ancora”, sottolinea infatti alla RSI il medico cantonale Giorgio Merlani, “ci sono ancora casi di decesso, ma è vero che l’entità (del problema, ndr.) è diversa da prima”. Tuttavia, i decessi si contano “nelle fasce più vulnerabili – continua Merlani –. Ma vaccinazioni e mascherine aiutano ancora, soprattutto nelle persone a rischio”.

Le ospedalizzazioni, sottolinea Merlani, “sono scese, ma abbiamo ancora una sessantina di pazienti ricoverati, con o per Covid, ma la stragrande maggioranza lo sono a causa della malattia, che può ancora generare decorsi gravi”.

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