La SSR si oppone alla riduzione del canone a 300 franchi proposta dal Consiglio federale. La Società svizzera di radiotelevisione ha preso posizione lunedì sulle contromisure all’iniziativa “200 franchi bastano!” recentemente presentate dal Governo, evidenziando come esse avrebbero delle pesanti ripercussioni sul programma e sul personale. Con il calo delle entrate pubblicitarie e l’annullamento dell’adeguamento al carovita, alla SSR mancherebbero fino a 240 milioni di franchi dal 2027. Circa 900 posti di lavoro dovrebbero essere gradualmente tagliati in tutte le regioni.
Lo scorso novembre il Consiglio federale ha presentato le sue contromisure all’iniziativa “200 franchi bastano!”, che mira allo smantellamento della SSR. Nell’ambito della procedura di consultazione, che durerà fino al 1° febbraio 2024, la SSR ha presentato oggi al dipartimento competente, il DATEC guidato dal consigliere federale Albert Rösti, la sua presa di posizione.
“Un errore indebolire massicciamente la SSR”
Questa riduzione, si legge nel comunicato stampa, avrebbe conseguenze molto importanti: la cancellazione dell’adeguamento al carovita, il calo degli introiti pubblicitari e la riduzione del canone proposta dal Consiglio federale porterebbero la SSR a perdere a partire dal 2027 fino a 240 milioni di franchi all’anno. Questo accumulo di sfide finanziarie avrebbe un impatto drastico sul programma e sul personale. Complessivamente, dovrebbero essere tagliati gradualmente circa 900 posti di lavoro. “È continuando a proporre un’offerta forte, che crea un valore aggiunto per ogni singola persona e per l’intera società che la SSR può contrastare al meglio la radicale iniziativa ‘200 franchi, bastano!’. E deve, allo stesso tempo, proseguire nella trasformazione dell’azienda”. La riduzione del canone proposta dal Consiglio federale”, secondo la SSR, “va in senso opposto”, evidenzia il comunicato.
“Una democrazia dipende dal fatto che le cittadine e i cittadini siano ben informati”, afferma Jean-Michel Cina, presidente del Consiglio di amministrazione della SSR. “In un momento in cui i media lottano con crescenti problemi di finanziamento e posti di lavoro vengono tagliati, è un errore indebolire massicciamente la SSR”. Da parte sua, il direttore generale della SSR Gilles Marchand sottolinea come “l’intera piazza mediatica svizzera beneficia di un’azienda mediatica pubblica sana e correttamente finanziata. La SSR sta già facendo tutto il possibile per compensare il forte calo delle entrate commerciali. Un ulteriore indebolimento avrebbe certamente un impatto negativo sulla qualità dei programmi offerti e in tutte le regioni. A scapito del pubblico”.
Notiziario delle 11:00 del 20.11.2023
Notiziario 20.11.2023, 11:30
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