Il Vallese si attiva per proteggere i suoi cittadini dalle cosiddette “sextorsion”, i ricatti commessi minacciando la pubblicazione d’immagini compromettenti recuperate in rete. Le vittime sono soprattutto uomini contattati su una rete sociale da una donna che li invita a proseguire la discussione su una video-chat.
Per combattere il fenomeno, che ogni anno colpisce una trentina di vallesani, è stato attivato anche un numero d’emergenza, il primo del genere in Svizzera. A gestire il servizio non è la polizia, ma il preposto alla protezione dei dati e alla trasparenza Sébastien Fanti, avvocato specializzato nelle nuove tecnologie e internet. Alle vittime che chiamano il numero di emergenza garantisce l’anonimato e, spiega, “nel 99% dei casi non sentiranno più parlare del ricattatore”.
Una volta allertato, l’ufficio di Sébastien Fanti assume il controllo del computer del ricattato. È il primo passo di un precisa procedura (gratuita) che prevede: il blocco del contatto sul social tramite cui è avvenuto il contatto, la segnalazione dell’abuso e il lancio di un’allerta Google.
ATS/Diem
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RG 07.00 del 12.01.2014 - Il servizio di Maria Jannuzzi
RSI Info 12.01.2015, 10:20