Svizzera

Software spia, un fiduciario luganese sanzionato negli USA

In Svizzera intanto il Ministero pubblico della Confederazione indaga sullo scandalo Predator, il sistema che permette di spiare cellulari e PC 

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Sotto la lente il software spia Predator

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Di: SEIDISERA/Mattia Pacella 

Cellulari spiati da una rete di aziende europee chiamata Alleanza Intellexa: si tratta di uno scandalo che aveva toccato anche la Svizzera. Ora la RSI ha la conferma che un’inchiesta del Ministero pubblico della Confederazione è stata aperta nel nostro Paese contro il cosiddetto software spia Predator, che permette di tenere sotto controllo e anche geolocalizzare cellulari e PC. È stato creato da un israeliano, ma commercializzato anche da un fiduciario ticinese.

Un fiduciario ticinese che in questa vicenda avrebbe giocato un ruolo chiave. Lui era di fatto il beneficiario effettivo della holding irlandese casa madre del gruppo Intellexa. E sulla carta aveva il controllo della struttura aziendale, come risulta da documenti del registro di commercio irlandese visionati dalla RSI. Da Lugano dirigeva invece una società sussidiaria che - secondo il settimanale zurighese WOZ - avrebbe firmato accordi e contratti di compravendita di Predator con Paesi terzi come Grecia, Libia, e Kazakistan. Si parla di contratti di milioni di franchi. E questi potrebbero aver violato la legge sulle esportazioni vigenti in Svizzera, visto che la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) che controlla questi commerci avrebbe fatto verifiche e avrebbe sporto denuncia.

Il caso era già emerso circa un anno fa, grazie all’inchiesta di un gruppo di giornalisti internazionali. E ora si viene a sapere che oltre alla SECO, anche il dipartimento del Tesoro americano il 16 settembre scorso ha emesso delle sanzioni contro il fiduciario luganese. Questo perché, come si legge sul sito del Tesoro, “gli Stati Uniti non tollerano la diffusione sconsiderata di tecnologie dirompenti che minacciano la nostra sicurezza nazionale e minano la privacy e le libertà civili dei nostri cittadini”.

Ma oltre agli Stati Uniti anche la Svizzera sta indagando sull’affare Predator, come confermato alla RSI dall’MPC. Non è dato sapere contro chi sia rivolta l’inchiesta, ma è noto che è aperta contro una persona fisica “sospettata di violazione della legge federale sul controllo dei beni a doppio uso civile e militare, dei beni militari speciali e dei beni strategici”.

Da noi interpellato, l’avvocato del fiduciario ticinese ci dice che il suo cliente ritiene che l’inserimento del suo nominativo nella citata lista sia ingiustificato e ha pertanto incaricato uno studio legale americano “di intraprendere le azioni previste dal diritto statunitense a tutela dei suoi interessi”. Inoltre aggiunge che non si tratta di sanzioni punitive, bensì di misure “preventive”, che vengono emesse dall’autorità americana in base al diritto americano senza un procedimento e che non hanno effetti diretti in Svizzera.

Per tutte le persone coinvolte vale la presunzione di innocenza.

SEIDISERA del 09.10.2024

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