Tre secchi “no comment”. Nicolas Blancho e altri due dirigenti del Consiglio centrale islamico svizzero (CCIS) da oggi, mercoledì, a processo al Tribunale penale federale di Bellinzona non hanno risposto alle domande della Corte, così come promesso alcuni giorni fa davanti ai media.
Blancho, presidente del CCIS, il responsabile della comunicazione Qaasim Illi e il produttore culturale Naim Cherni sono accusati di violazione della legge federale che vieta i gruppi al-Qaida e Stato islamico. Si sarebbero resi colpevoli di propaganda a favore del terrorismo; rischiano fino a cinque anni di carcere per aver diffuso un'intervista a Abdullah Al-Muhaysini. Secondo la procura federale è stato un atto di propaganda terroristica che ha dato voce a un alto rappresentante di al-Qaida in Siria, per gli imputati e i loro difensori un servizio giornalistico su un mediatore tra i vari gruppi ribelli siriani e un attivo oppositore dello Stato islamico.
In aula, nessuna risposta ai quesiti relativi alla loro situazione familiare, economica e professionale, e neppure a quelli relativi ai due video incriminati.
Blancho e i suoi sostenitori arrivano al TPF al grido di Allah Akbar
RSI/Mattia Pacella 16.05.2018, 10:40
In mattinata è stato sentito anche un testimone, un giornalista svizzero tedesco che avrebbe avvisato i vertici dell’organizzazione della pericolosità dei contenuti del filmato.
Il processo dovrebbe concludersi domani. La lettura della sentenza è prevista per il 25 maggio.
MP/ludoC/ATS