Svizzera

Spenta Mühleberg, l’energia basterà?

Il fabbisogno verrà coperto da altra corrente prodotta in Svizzera o importata ma c’è chi critica la politica energetica 2050 e chi chiede di puntare di più sul fotovoltaico

  • 20 dicembre 2019, 22:11
  • 22 novembre, 20:22
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La sfida dell'approvvigionamento

Telegiornale 20.12.2019, 21:00

Di: TG-ST-FS/ludoC 

Lo spegnimento questo venerdì della centrale nucleare di Mühleberg è la prima tappa sulla strada che porterà la Svizzera a rinunciare completamente all'atomo, come stabilito dalla politica energetica 2050.

E con la cessazione dell’attività presso la centrale bernese non ci dovrebbero essere conseguenze sull'approvvigionamento elettrico. Nel 2018 le centrali nucleari hanno sì prodotto il 36% dell'elettricità, ma la parte del leone l’ha fatta ancora l'idroelettrico con il 55% e Mühleberg da sola copriva il 5% circa del fabbisogno svizzero di corrente. Questa perdita però, sottolineano gli esperti, è facilmente compensata con corrente prodotta in Svizzera e all'estero. E anche la stabilità della rete, attualmente, è garantita.

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La fine della centrale Mühleberg

Telegiornale 20.12.2019, 21:00

Per consentire eventuali importazioni supplementari dalla Germania e dalla Francia anche sul medio termine, sarà però necessario ampliare le capacità delle linee ad altissima tensione fra Bassecourt, nel canton Giura, e Mühleberg, dove resterà un importante trasformatore, ma il progetto è attualmente bloccato da ricorsi.

Secondo chi ha sempre giudicato in modo critico la strategia energetica 2050, come Christian Wasserfallen, lo spegnimento della centrale bernese mostra già che in futuro saremo sempre più dipendenti dalla corrente dall'estero. Un problema, dice, che si accentuerà quando chiuderanno le altre centrali nucleari più potenti: “La strategia energetica, lo si vede sempre di più, è una semplice strategia di importazione, perché né l'idroelettrico, né la geotermia, né l'eolico riusciranno mai neppure minimamente a fornire le quantità di energia necessaria, soprattutto in inverno."

Roger Nordmann, presidente di Swissolar, sostiene tuttavia che è soprattutto sul fotovoltaico che bisogna puntare, da affiancare all'idroelettrico: "Si può fare più dell'80% con il solare, con il fotovoltaico, che è forte anche a febbraio, a ottobre; è un po' più debole in inverno, ma comunque porta un contributo. Se non si riesce a sviluppare le altre energie rinnovabili, con il solare lo si può fare."

Rinnovabili: per ora contributo limitato

Il contributo delle rinnovabili, oggi, escluso l'idroelettrico, è ancora limitato: circa il 6% della produzione totale. L'ultimo rapporto della Confederazione sugli sviluppi della strategia energetica 2050 parla però di un'accelerazione nell'aumento delle rinnovabili: questo vale soprattutto per il solare, molto meno per l'eolico. L'obiettivo ambizioso della strategia energetica 2050 resta quindi quello di sviluppare un mix equilibrato di fonti rinnovabili, per garantire anche in futuro l'approvvigionamento elettrico e per affrontare preparati il momento in cui chiuderanno, non si sa ancora quando, anche le altre e più grandi centrali nucleari.

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