Venticinque anni fa la Svizzera e l’Unione europea firmarono i primi accordi bilaterali. Una firma a cui le parti giunsero dopo quasi quattro anni e mezzo di negoziati. Era quindi il 21 giugno del 1999 quando a Lussemburgo gli accordi vennero sottoscritti dagli allora consiglieri federali Joseph Deiss e Pascal Couchepin, il commissario europeo Hans van den Borek, e il presidente del Consiglio europeo Joschka Fischer.
La firma dei primi accordi bilaterali, il 21 giugno 1999. Da sinistra: i consiglieri federali Joseph Deiss e Pascal Couchepin, il ministro degli affari esteri tedesco Joschka Fischer
Si trattava del primo pacchetto di accordi, che disciplina le relazioni tra Svizzera e Unione europea in sette settori: la libera circolazione delle persone, gli ostacoli tecnici al commercio, gli appalti pubblici, l’agricoltura, la ricerca, i trasporti aerei e terrestri. Un pacchetto che in seguito il popolo svizzero approvò, il 21 maggio 2000, con il 67,2% di voti favorevoli e che entrò in vigore il 1° giugno 2002.
Una seconda serie di accordi (gli Accordi bilaterali II, che riguardano settori come l’asilo e la sicurezza interna) venne quindi firmata cinque anni dopo, il 26 ottobre 2004.
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L’erosione degli accordi
Oggi, a venticinque anni di distanza dalle prime firme e a causa di questioni irrisolte (tra cui quelle relative alla ripresa del diritto europeo e alla risoluzione delle controversie), gli accordi non sono più pienamente applicati. C’è dunque stata una cosiddetta erosione di determinate intese, per esempio nei settori della ricerca e degli ostacoli tecnici al commercio.
Gli accordi bilaterali consentivano infatti ai ricercatori elvetici di accedere ai programmi di ricerca dell’Unione europea in condizioni di parità. Tale accesso è stato sospeso da parte dell’UE nella primavera del 2021, quando il Consiglio federale ha interrotto i negoziati per un accordo quadro. Lo scorso marzo, con la ripresa dei negoziati, l’accesso ai programmi di ricerca europei è stato ristabilito, ma parzialmente.
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L’ambito degli ostacoli tecnici al commercio riguarda il riconoscimento reciproco dei certificati per la maggior parte dei prodotti industriali. Ma in seguito allo sviluppo del diritto europeo, il riconoscimento non si applica più a tutti i prodotti. Dal 2021, per esempio, l’UE non ha più aggiornato l’accordo relativo ai dispositivi medici, con conseguenti costi annuali supplementari di diversi milioni di franchi.
Cosa riserva il futuro?
La Svizzera e l’Unione europea stanno attualmente negoziando un accordo per definire le future relazioni. Su questo fronte, proprio in questi giorni era prevista una visita in Svizzera da parte di Maros Sefcovic, il commissario europeo per le relazioni con la Confederazione.
Una visita che è però stata annullata perché, secondo il rappresentante UE, i tempi non sono ancora maturi. Come scritto martedì dal Dipartimento federale degli affari esteri, nei negoziati in alcuni ambiti sono stati fatti progressi, mentre in altri le posizioni sono ancora distanti.
Notiziario
Notiziario 18.06.2024, 20:00
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