La Svizzera è pronta a negoziare con Bruxelles per stabilizzare le relazioni col suo maggiore partner economico. Dopo anni di discussioni e polemiche, il Consiglio federale ha approvato oggi il mandato negoziale definitivo tenendo conto anche delle raccomandazioni emerse durante la consultazione delle cerchie interessate.
Le trattative incominceranno non appena la Commissione europea disporrà del suo mandato definitivo, verosimilmente nel corso del mese di marzo 2024, spiega una nota governativa odierna.
Il mandato adottato tiene conto dei risultati delle consultazioni delle Commissioni della politica estera, incluse sette altre commissioni che hanno voluto esprimere un parere, dei Cantoni, nonché delle parti sociali e dai rappresentanti dell’economia. A questi attori si aggiungono numerosi altri gruppi d’interesse e associazioni di categoria.
Largo consenso
Nella sua decisione odierna, il Consiglio federale è confortato dal parere positivo all’avvio di nuovi negoziati, e dell’approccio a pacchetto scelto, espresso dalla grande maggioranza degli attori consultati. Il bilancio delle discussioni con le parti interessate nei settori dell’immigrazione, dell’energia elettrica, della protezione dei salari e dei trasporti terrestri è positivo per il Governo.
I dipartimenti competenti dovranno ora portare avanti i lavori parallelamente ai negoziati per definire le opportune misure di accompagnamento sul piano nazionale
Raccomandazioni non accolte
Dopo aver analizzato i pareri inoltrati, l’esecutivo ha accolto gran parte delle raccomandazioni che costituiscono, a suo avviso, utili precisazioni al progetto di mandato negoziale del 15 dicembre scorso.
Le raccomandazioni non accettate, sottolinea l’esecutivo, riguardano elementi incompatibili con gli obiettivi fondamentali del pacchetto, in particolare negli ambiti dell’energia elettrica, più precisamente l’esclusione del settore della produzione di energia elettrica dal campo di applicazione dell’accordo o la rinuncia a misure di apertura del mercato.
Elettricità
Sempre per quanto attiene all’elettricità, il Consiglio federale ha fatto propri i suggerimenti in merito all’apertura del mercato: a tale riguardo, il Governo intende garantire ai consumatori la possibilità di restare nel regime dell’approvvigionamento di base, previsto come scelta “standard” con prezzi regolamentati.
Questa possibilità di scelta, incluso il diritto di rientrare nel regime dell’approvvigionamento di base (servizio pubblico), viene rafforzata. Il Consiglio federale mira inoltre a proteggere i principali aiuti di Stato attuali, segnatamente nel campo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Trasporti e prodotti agricoli
Parallelamente all’apertura controllata del trasporto internazionale di passeggeri per ferrovia, il Governo punta a preservare il modello di cooperazione e la prerogativa della Confederazione di assegnare le tracce sul proprio territorio. L’apertura controllata del mercato del trasporto ferroviario internazionale non deve influire sulla qualità dei trasporti pubblici in Svizzera.
Circa i prodotti agricoli, l’esecutivo precisa che le tariffe doganali saranno mantenute, compresi i contingenti tariffari e le modalità di gestione di questi ultimi. La sovranità della Svizzera nel campo della politica agricola non sarà intaccata, promette il Consiglio federale.
Immigrazione e salari
L’obiettivo di un’immigrazione orientata al mercato del lavoro viene rafforzato, così come la formulazione concernente il diritto di soggiorno, allo scopo di proteggere meglio il sistema sociale elvetico.
Il Consiglio federale riafferma altresì l’obiettivo di garantire le condizioni salariali e lavorative preservando l’attuale livello di protezione nel lungo termine. Circa l’eccezione riguardante la cauzione, il Governo mira a ottenere un effetto paragonabile a quello del sistema di cauzione attuale. Si cercherà inoltre una soluzione per quanto riguarda le spese. L’obiettivo è garantire la parità dei diritti, tenuto conto del livello dei prezzi in Svizzera.
Elementi istituzionali
In merito alla partecipazione al mercato unico dell’UE, il Consiglio federale intende garantire che, nel caso in cui la Svizzera si rifiuti di adottare una specifica modifica del diritto europeo, le misure di compensazione siano possibili solo a seguito di una decisione del tribunale arbitrale relativa anche alla questione della proporzionalità.
Il Governo precisa ancora che l’Accordo di libero scambio con l’Europa del 1972 non fa parte del pacchetto e non rientra nel quadro dei negoziati.
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