Anche la commissione di politica estera degli Stati (CPE-S), come già a fine gennaio quella del Nazionale, ha approvato l’orientamento complessivo del progetto di mandato negoziale con l’UE presentato dal Consiglio federale.
Il via libera, come reso noto oggi, è stato sancito con 9 voti favorevoli, 3 contrari e un’astensione. In seno alla commissione sono tuttavia emerse critiche: esse concernono segnatamente il previsto sistema di risoluzione delle controversie, il progetto di intesa sull’elettricità, così come la ripresa della direttiva sulla cittadinanza europea.
Cionondimeno l’esito dei colloqui esplorativi rappresenta, secondo la CPE-S, “una buona base per condurre delle trattative e per raggiungere un risultato soddisfacente, che non solo tenga conto degli interessi svizzeri, ma che contribuisca anche alla certezza del diritto a lungo termine”.
Oltre all’approccio globale sulla scorta di un pacchetto di intese, l’organismo parlamentare accoglie con favore anche l’integrazione di regole istituzionali negli accordi di accesso al mercato e l’abbandono della cosiddetta “clausola ghigliottina”.