Svizzera

Svizzera-UE, la liberalizzazione ferroviaria preoccupa

Prevista nel mandato negoziale, per l’Ufficio federale dei trasporti è un’opportunità, più critici partiti, sindacati e FFS – L’analisi

  • 2 febbraio, 19:35
  • 3 febbraio, 17:16
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un progetto di Flix Train, che opera già tra Basilea e Berlino ma sulla base di un altro accordo, c’è già e contempla una nuova linea Zurigo-Monaco

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Di: SEIDISERA-Driussi/RSI Info 

Punto per punto, i governi cantonali hanno preso posizione su tutti i contenuti del mandato negoziale con l’UE, compresa la liberalizzazione del traffico ferroviario viaggiatori internazionale. A questo proposito si chiede che gli attori esteri operanti sul nostro territorio rispettino le specificità svizzere: condizioni di lavoro, orario cadenzato dei treni e integrazione dell’offerta nel nostro sistema tariffario. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Il progetto non è nuovo - se n’era già discusso nell’ambito del sepolto accordo quadro - ed è un esempio concreto di quelle che potrebbero però essere le nuove relazioni istituzionali con l’Unione europea. L’apertura di questa fetta di mercato era fra l’altro già stata valutata autonomamente dal Consiglio federale qualche anno fa, prima di accantonarla nel 2021. È però una circostanza modello per spiegare la ripresa dinamica del diritto comunitario. In Europa la liberalizzazione è scattata nel dicembre 2020, un utile esempio è la linea Milano-Lione operata da Trenitalia in Francia. Una cosa del genere con la Svizzera sarebbe possibile solo con una modifica dell’accordo bilaterale sui trasporti terrestri. Con la cosiddetta ripresa dinamica invece, un operatore estero in Svizzera non sarebbe un automatismo ma, per così dire, sarebbe ben instradato, anche se parliamo di binari.

Anche se in realtà già oggi esistono esempi simili, come il TGV Lira tra Losanna e Parigi, il Flix Train tra Basilea e Berlino o ancora il Tilo tra Ticino e Lombardia. Cosa cambierebbe quindi. Infatti a livello regionale è già possibile operare su collegamenti internazionali tramite joint venture, quindi collaborazioni fra aziende straniere, ed è il caso del TGV e del Tilo. Il secondo invece un caso particolare perché la stazione di Basilea si trova su territorio svizzero, ma in virtù di un accordo la struttura ferroviaria è considerata tedesca a tutti gli effetti.

Cosa cambierebbe quindi? Con l’apertura anche in Svizzera del mercato internazionale viaggiatori sarebbe possibile per le aziende straniere operare in piena autonomia da e verso il nostro Paese. E un progetto, sempre di Flix Train, c’è già e contempla una nuova linea Zurigo-Monaco, che integrerebbe i collegamenti attuali.

I timori dei partiti, dei sindacati e delle FFS

Secondo l’accordo e secondo l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) il servizio pubblico, quindi i collegamenti interni, verrebbe salvaguardato e secondo le intese preliminari con Bruxelles avrebbe comunque la precedenza sulla rete svizzera. Anche l’orario cadenzato verrebbe inoltre rispettato, così come non dovrebbe essere un problema l’integrazione nel piano tariffario. Questi punti preoccupano comunque i partiti e soprattutto i sindacati, ma ancora più il rispetto delle condizioni di lavoro svizzere.

L’UFT, stando al quale tecnicamente è già quasi tutto predisposto, da parte sua evidenzia l’opportunità di un abbassamento delle tariffe per la clientela. È però proprio attorno alle tariffe che ruotano altre preoccupazioni e altri mugugni. Il sindacato SEV, in sostanza, teme che con il possibile arrivo di una compagnia low cost con prezzi da discount e che fa fermate anche in Svizzera, al di là della qualità del servizio, svuoterebbe di senso l’abbonamento generale o quello metà prezzo che moltissimi cittadini possiedono. E le FFS, che finora han tenuto un profilo piuttosto basso, aggiungono che una pressione dei prezzi al ribasso, se eccessiva, rischia di ripercuotersi negativamente sugli investimenti nell’infrastruttura ferroviaria svizzera.
                

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SEIDISERA 02.02.2024, 18:23

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