Svizzera

Si riaprono le trattative con l’UE: sovranità a rischio?

Non tutti sono d’accordo con la riapertura dei negoziati: a confronto i consiglieri nazionali Simone Gianini (PLR) e Paolo Pamini (UDC)

  • 20 dicembre 2023, 22:25

Bilaterali, faccia a faccia, Gianini e Pamini

Telegiornale 20.12.2023, 20:00

  • Keystone
Di: Telegiornale/RSI Info

Il Consiglio federale vuole tornare a trattare per arrivare a un accordo con l’Unione europea. L’obiettivo è ridare stabilità con il principale partner commerciale della Svizzera. Il Governo lo ha deciso venerdì adottando il mandato negoziale. Una decisione che arriva due anni dopo l’affossamento dell’accordo istituzionale. Una decisione che non fa l’unanimità. Sull’argomento si sono confrontati i consiglieri nazionali Simone Gianini (PLR-TI) e Paolo Pamini (UDC-TI).

Gianini: “Accordo necessario in un mondo che cambia”

Il Consiglio federale afferma che rispetto a due anni fa sono stati fatti passi avanti e che ci sono delle migliori basi per cominciare a discutere. Gianini è d’accordo: “Il mondo nel frattempo è cambiato. L’instabilità, che regna sovrana, rende necessario sia per la Svizzera sia per l’Europa l’avere accordi più stabili”. Dal canto suo, Pamini concorda sul fatto che la situazione geopolitica sia cambiata, ma ne dà una lettura differente: “Il contesto attuale potrebbe portare l’Ucraina a entrare nell’Unione europea. Un allargamento continuo dell’UE si ripercuoterebbe su di noi in maniera drastica. Penso per esempio alla libera circolazione delle persone”.

Pamini: “L’UE non è interessata a una situazione paritaria”

Gianini sottolinea che l’Unione europea ha dimostrato in vari colloqui esplorativi di essere interessata a una parità. Secondo Pamini, invece l’UE non vuole una situazione paritaria, che si ottiene con gli accordi bilaterali, ma “vuole che la Svizzera sia allo stesso livello dei suoi Stati membri”, quindi sotto a essa. Un “problema che non è cambiato”. A ciò Genini ribatte che invece un cambiamento c’è stato: “Il mandato negoziale prevede ora un approccio a pacchetti. Non un accordo istituzionale unico”.

Per alcuni la sovranità è a rischio, per altri no

Ci sarebbe quindi una perdita di sovranità per avere accesso al mercato europeo? “Quando si negozia entrambe le parti devono lasciare sul piatto qualcosa per raggiungere un accordo positivo per sé stesse. Ma qui non c’è una perdita di sovranità”. Pamini è invece in disaccordo e porta l’esempio dei giudici stranieri: “Nelle nuove trattative si parla di un tribunale arbitrale, però quando quest’ultimo ha bisogno di avere un parere esterno, lo deve richiedere alla Corte di giustizia europea e questo diventa vincolante”. Genini ribatte: “L’interpretazione alla fine viene sempre fatta dal tribunale arbitrale, quindi un tribunale neutro, non dalla Corte europea”.

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