Svizzera

Cassis: “I tempi? Dipenderà da quanto siamo esigenti”

Intervista al consigliere federale sul progetto di mandato negoziale con l’UE: “Il diavolo sta nei dettagli, ci sarà bisogno di parlarne ancora un po’”

  • 15 dicembre 2023, 21:20
  • 15 dicembre 2023, 21:20

L'intervista a Ignazio Cassis

Telegiornale 15.12.2023, 20:00

Di: TG/RSI Info

Il progetto di mandato negoziale con l’UE, approvato venerdì dal Consiglio federale, è una sorta di base per costruire. Non a caso, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis, intervistato dalla RSI, parla di “fondamenta”.

Ma cosa c’è di diverso rispetto a due anni fa?

“Due cose molto importanti - dice il consigliere federale ticinese - . La prima è che abbiamo iniziato il viaggio dando un forte peso alla discussione interna in Svizzera. Con i Cantoni, con i partner sociali, con l’economia. Anticipando quindi le discussioni che sono state fatte con Bruxelles. La seconda è che non abbiamo più l’intenzione di concludere un accordo orizzontale, quadro, su tutti gli altri accordi. Ma vogliamo continuare sulla via bilaterale. Una via di successo per 25 anni che intendiamo rafforzare e portare avanti”.

Uno dei punti più controversi in Svizzera è la questione della protezione dei salari. Un punto molto importante per la sinistra e i sindacati. Sono stati fatti passi avanti?

“Sì, sono stati fatti concreti e importanti passi avanti nelle discussioni, sia sul piano dell’Unione Europea, con un dispositivo di protezione dei salari dei lavoratori distaccati, quindi quelli che entrano dalla frontiera per lavorare in Svizzera, per evitare il dumping. Ma sono stati fatti anche passi avanti nella discussione interna. Passi che ancora non soddisfano le esigenze dei sindacati ed è per questo che il Consiglio federale ha deciso di continuare, di insistere, con le discussioni con le parti sociali per trovare una soluzione sufficiente”.

C’è, secondo lei, margine di manovra?

“Visto il progresso che abbiamo avuto nelle discussioni, penso che ci sia un margine di manovra concreto”.

C’è anche una critica che viene da destra. L’Unione Europea sulla ripresa dinamica del diritto è irremovibile, quindi la critica dell’UDC è destinata a rimanere. In vista anche di una votazione popolare, per il Consiglio federale la strategia è “cerchiamo di convincere sinistra e sindacati”?

“La ripresa dinamica del diritto è anche la Svizzera che la vuole. È nel nostro interesse. Oggi siamo bloccati, per esempio, sui dispositivi medici, sulle analisi di laboratorio, proprio perché non vengono più aggiornati gli accordi. Questa via bilaterale si sta erodendo. È nel nostro interesse averla e quindi la vogliamo. Magari la vogliamo un po’ di meno nella libera circolazione delle persone, però lì abbiamo messo dei paletti, delle eccezioni. Io credo che, trovando una buona miscela tra tutti questi elementi, si possa andare avanti. E andando avanti, sono convinto che una buona maggioranza della popolazione potrà essere d’accordo”.

L’obiettivo di un accordo definitivo con l’UE entro la prossima estate, secondo lei, è raggiungibile?

“Intanto è importante cominciare il negoziato, e ancora non ci siamo. Questo è un mandato che oggi mettiamo in consultazione. Il Consiglio federale deciderà il mandato definitivo, probabilmente, in febbraio-marzo. Dopodiché potremo iniziare. Si sa come sono i negoziati, se si trova subito l’accordo arriva la firma dopo poche settimane. Ma siccome il diavolo sta nei dettagli, ci sarà bisogno di parlarne ancora un po’. Quanto a lungo dipende da quanto siamo esigenti nel voler difendere i nostri interessi”.

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