Sono complessivamente positive le reazioni di partiti e associazioni nel soppesare il progetto di mandato negoziale con l’UE adottato venerdì dal Consiglio. Da più parti viene apprezzato il passo in avanti e si chiede di passare in tempi rapidi ai negoziati. Più negativi i sindacati e l’UDC che rifiuta categoricamente tutte le proposte dell’esecutivo.
Tra chi dice no, il partito democentrista ha definito il mandato “un vino vecchio in bottiglie nuove”, ma anche un “pacchetto di Natale avvelenato”. A suo avviso “la maggioranza di centro-sinistra” del Consiglio federale è pronta ad adottare automaticamente il diritto dell’UE e ad accettare la Corte di Giustizia Europea come ultima istanza per la risoluzione delle controversie. “Il Consiglio federale - ha detto il presidente Marco Chiesa - deve finalmente chiarire in modo inequivocabile all’UE che non ci saranno legami istituzionali tra la Svizzera e l’UE. In Svizzera, il popolo è sovrano e questo non è negoziabile”.
Soddisfazione giunte invece dall’Alleanza di Centro. Su X, la formazione politica precisa che nella procedura di consultazione si adopererà per garantire che i livelli salariali e i sistemi di sicurezza sociale svizzeri siano protetti da “clausole di salvaguardia efficaci”. Il Consiglio federale - scrive l’Alleanza di Centro - sta avanzando come promesso nel dossier: ora è fondamentale che in Svizzera si proceda a ranghi serrati e che si raggiunga un ampio consenso.
Per il PLR “ora è essenziale che tutti gli attori coinvolti si assumano le proprie responsabilità e si impegnino nel trovare soluzioni durature”, si legge in un comunicato. Il partito sottolinea altresì l’impegno del “ministro” ticinese Ignazio Cassis a favore di questo importante tema.
Anche il presidente dei Verdi liberali ha salutato con favore un “nuovo inizio”. “Questa volta dobbiamo riuscirci”, ha proseguito su X Jürg Grossen, promettendo il sostegno del suo partito per arrivare a una “buona soluzione”.
In una nota, i Verdi si dicono convinti che un riavvicinamento con l’UE e un chiarimento delle questioni in sospeso siano prima di tutto un’opportunità per la Svizzera. Il vero pericolo per la protezione del clima, dei salari e del servizio pubblico non è l’UE, ma il Consiglio federale, visto avrebbe potuto rafforzarli adottando misure interne, indipendentemente dai negoziati con l’UE, aggiungono.
Il PS sostiene il piano del Consiglio federale, ma chiede precisazioni e qualche aggiunta al mandato negoziale. Già ieri ad esempio i socialisti avevano chiesto che “l’attuale livello di protezione dei salari” venga garantito in modo permanente con una clausola di non regressione.
I sindacati preoccupati per i salari
Il mandato negoziale non convince nemmeno l’Unione sindacale svizzera (USS), per la quale bisognerebbe soprattutto migliorare ancora la protezione salariale e il servizio pubblico nei settori energetici e nelle infrastrutture ferroviarie. Secondo l’USS, In Svizzera sono necessari miglioramenti a livello di contratti contratti collettivi di lavoro e per quanto concerne la regolamentazione del lavoro temporaneo. Anche secondo Travail.Suisse, “le potenziali concessioni all’UE” formulate oggi portano ad un significativo indebolimento della protezione dei salari.
I Cantoni: ora concessioni da Bruxelles
Positiva invece la reazione dei Cantoni. In una nota, la Conferenza dei governi cantonali afferma di aspettarsi che Bruxelles apra a concessioni nei settori della ricerca, dell’istruzione e dell’innovazione, in particolare in merito al Consiglio europeo della ricerca e a Orizzonte Europa. È ora il momento di negoziare per chiarire le ultime questioni in sospeso e garantire il proseguimento di una relazione solida e sostenibile con l’UE, scrivono i Cantoni.
Il mondo economico: “UE di vitale importanza”
Anche l’Unione svizzera degli imprenditori (USI) accoglie con favore “questo nuovo passo avanti” e si augura che i negoziati inizino il prima possibile nel nuovo anno. “Relazioni ordinate con il più importante partner commerciale della Svizzera sono di grande importanza per il nostro Paese”, afferma l’USI in una nota, riconoscendo che “sono stati compiuti progressi importanti anche nel settore delle misure di accompagnamento”.
Economiesuisse sostiene il Consiglio federale nei suoi sforzi per garantire e sviluppare la via bilaterale, scrive l’associazione, aggiungendo che le relazioni regolamentate e la certezza del diritto nei rapporti con l’UE sono di vitale importanza per la piazza economica svizzera e i bilaterali III sono la strada giusta.
Anche Swissmem sostiene il pacchetto negoziale. Per quanto riguarda le misure di accompagnamento, “diciamo sì all’ottimizzazione delle misure esistenti per preservare la protezione salariale in vigore e no a interventi supplementari”, aggiunge l’associazione dell’industria metalmeccanica ed elettrica.
Swissgrid accoglie favorevolmente la decisione del Consiglio federale: si tratta di un importante passo verso un accordo sul transito di energia elettrica con l’UE, scrive in una nota la società in mano ai gruppi energetici che gestisce in Svizzera le reti elettriche. La rete svizzera ad altissima tensione - sottolinea Swissgrid - è la spina dorsale di un approvvigionamento elettrico sicuro ed è strettamente collegata alla rete interconnessa europea continentale.
Notiziario delle 16:00 del 15.12.2023
Notiziario 15.12.2023, 16:30