La Commissione europea ha discusso oggi, martedì, delle relazioni tra la Svizzera e l'Unione Europea (UE). Bruxelles costata "la mancanza di progressi" con Berna. Non vi è alcuna necessità immediata di prendere una decisione. "La nostra porta rimane aperta", ha dichiarato Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione.
Esattamente una settimana fa, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si era detto pronto a fornire "chiarimenti" sull'accordo quadro istituzionale, a seguito della richiesta svizzera. Ma non ci saranno nuovi negoziati e questi chiarimenti dovranno avvenire "nei prossimi giorni", aveva precisato.
Equivalenza borsistica a rischio
Le notizie non sono buone, spiega il nostro corrispondente a Bruxelles, Tomas Miglierina: “Si va verso una non estensione dell’equivalenza borsistica per la Svizzera”. Non c’è bisogno di prendere una decisione, ha detto Sefcovic, e questo, spiega ancora Miglierina, “tradotto vuol dire che non c’è bisogno di prendere una decisione per estendere l’equivalenza, che se non viene prorogata scade automaticamente il 30 giugno”.
Tecnicamente ci sarebbero ancora un paio di giorni per avviare la procedura di proroga dell’equivalenza finanziaria, ma non è dato sapere se questo avverrà entro venerdì, ma i segnali che arrivano in questo momento sono negativi.
RG delle 12.30 del 18.06.2019: da Bruxelles, Tomas Miglierina
RSI Info 18.06.2019, 14:59
Contenuto audio
L'analisi:
Poche parole, dunque, tra le quali spicca quella frase, "non sono stati fatti progressi". E senza progressi sull'accordo quadro, lo sappiamo, il riconoscimento della borsa svizzera da parte dell'UE rischia di farsi sempre più difficile. Si va verso lo scontro definitivo tra UE e Svizzera? Non è detta l'ultima parola, la diplomazia è anche l'arte dei colpi di scena, spiega Roberto Porta, responsabile dell’attualità nazionale per il Radiogiornale: “L'Unione Europea non si accontenta degli accordi bilaterali, così come sono state siglati nel 1999. Vuole di più, e lo chiede da anni, da ben prima dell'inizio ufficiale dei negoziati sull'accordo quadro, nel 2014. Per questo fa pressione - i tempi di attesa sono, a suo dire fin troppo lunghi - e lo fa brandendo, o minacciando di farlo, questa misura di ritorsione che chiama in causa la borsa svizzera e la piazza finanziaria elvetica. La Svizzera ha pronte delle contromisure, vedremo se saranno davvero efficaci. Con questa sua mossa Bruxelles rischia però di portare acqua a chi in Svizzera critica anche aspramente l'Unione Europea, a partire dall'UDC che avrà ora gioco ancora più facile nel descrivere l'UE come un mostro amministrativo centralistico che non rispetta un piccolo Stato per di più non membro dell’unione come la Svizzera. E visto che l'anno prossimo voteremo sull'iniziativa UDC contro la libera circolazione delle persone - una sorta di Brexit svizzera, secondo la consigliera federale Karin Keller-Sutter - ecco che dall'UE ci si attendono mosse politicamente improntate alla cautela. Vedremo se sarà davvero così”.
RG delle 12.30 del 18.06.2019: relazioni Svizzera-UE, l'analisi di Roberto Porta
RSI Info 18.06.2019, 15:00
Contenuto audio