La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato la Svizzera per la decisione (non ancora concretizzata) di rimandare in patria un richiedente l'asilo sudanese, politicamente attivo in favore delle minoranze nel suo paese d'origine, che era fuggito nella Confederazione nel 2012 e aveva visto respinta da due istanze la sua domanda di accoglienza. Secondo i giudici, Berna ha violato i principi del diritto alla vita e della proibizione della tortura sanciti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
La CEDU era chiamata a statuire sui casi di due cittadini del paese africano, entrambi residenti nel canton Zurigo. La violazione è stata ravvisata soltanto per uno dei due, mentre nell'altro è stata osservata la conformità all'ordinamento giuridico. Entrambe le decisioni sono state prese all'unanimità.
RG delle 12.30 del 30.05.17; il servizio di Antonella Cruezer
RSI Info 30.05.2017, 14:48
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pon/ATS