Svizzera

Svizzeri più aperti verso la NATO

Studio del Politecnico di Zurigo: cresce la percentuale di chi vuole collaborare con l’alleanza atlantica, senza tuttavia aderirvi - Le crisi mondiali portano il pessimismo a livelli mai visti

  • 1 aprile, 06:48
  • 1 aprile, 06:52

SEIDISERA del 31.03.2024 - Il servizio di Alessio Veronelli

RSI Svizzera 31.03.2024, 22:34

  • Keystone
Di: SEIDISERA/Info RSI

Non siamo la Svezia o la Finlandia, che nello spazio di un decennio sono passate dalla neutralità totale all’ingresso nella NATO, ma anche in Svizzera ci poniamo serie domande sulla sicurezza mondiale e nell’attuale contesto di grande incertezza guardiamo con favore a una maggiore collaborazione con l’alleanza militare più potente del mondo. E’ questo perlomeno quanto emerge dallo studio “Sicurezza 2024” pubblicato dall’Accademia militare e dal Centro studi per la sicurezza del Politecnico federale di Zurigo.

L’82% degli intervistati vede con pessimismo la situazione mondiale, un dato senza precedenti, in aumento di 7 punti rispetto al 2023. E se in generale il senso di sicurezza e l’ottimismo per il futuro della Confederazione sono elevati, la netta maggioranza della popolazione ritiene l’esercito assolutamente o abbastanza necessario, la quota di chi vorrebbe abolire la leva è ai minimi storici (31%) e invece uno svizzero su cinque è per aumentare le spese militari.

Quanto alla NATO, il 52% di cittadine e cittadini è per aumentare la collaborazione, mentre rimane bassa la percentuale di chi sarebbe per aderire (30%, un punto in meno dell’anno scorso).

“La neutralità rimane molto importante: il 91% sente il bisogno di mantenerla” spiega a Seidisera una delle autrici del rapporto, Emanuela Rizzo, ricercatrice presso l’Accademia militare del Politecnico di Zurigo. “Però si manifesta una visione più critica della neutralità, come vediamo dal dato relativo alla volontà di far prendere alla Svizzera una posizione chiara sui conflitti che avvengono all’estero”.

L’inchiesta demoscopica è stata realizzata telefonicamente in gennaio dall’istituto «YouGov Schweiz» intervistando un campione di 1223 svizzeri e svizzere con diritto di voto, in tutte le regioni linguistiche. Il margine di errore è di 2,9 punti percentuali.

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