È una frase che sentiamo a ripetizione in questo periodo: abbassare di un grado la temperatura del riscaldamento in casa, permette di risparmiare almeno il 5% di energia. Un consiglio che ritroveremo certamente tra le raccomandazioni della campagna di sensibilizzazione annunciata per la prossima settimana. Tuttavia l'associazione dei proprietari immobiliari sconsiglia di scendere al di sotto dei 20-21 gradi negli appartamenti in affitto, anche e soprattutto per questioni giuridiche.
Al momento non ci sono indicazioni precise, o tantomeno obblighi, sulla temperatura massima in casa in vista dell'inverno. Ma il ministro dell'economia Guy Parmelin un buon esempio l'ha già citato: dei suoi conoscenti gli hanno detto che all'interno dell'immobile si sono messi d'accordo di abbassare la temperatura da 22 a 19 gradi.
Una decisione virtuosa, ma che il direttore dell'associazione dei proprietari fondiari Markus Meier sconsiglia, perlomeno a chi affitta appartamenti: “A casa propria ognuno può fare quel che vuole, ma la situazione è diversa se c'è di mezzo un contratto di locazione”.
La legge impone infatti che l'appartamento sia idoneo all'uso, agibile: “I tribunali hanno concretizzato questa definizione nel seguente modo: dalle 7 di mattina alle 23 l'inquilino deve poter vivere, se vuole, a 20-21 gradi, di notte il limite è di 15 gradi” aggiunge Meier.
Meno di 15 gradi di notte, aldilà del freddo, sono sconsigliati anche per il rischio di umidità alla struttura. Imporre all'inquilino temperature sotto i 20-21 gradi di giorno invece racchiude un pericolo giuridico, conclude Meier: “Può darsi che nel corso della crisi energetica il governo consigli ufficialmente temperature inferiori, ma fino a quel punto sconsigliamo ai locatori di abbassare ulteriormente il termostato su base volontaria... l'inquilino potrebbe esigere contromisure o risarcimenti”.
Sommaruga: “Serve dialogo tra proprietari e inquilini”
A nome degli inquilini parla Carlo Sommaruga, presidente dell’Associazione inquilini, che cita un aneddoto: “La città di Ginevra ha deciso, senza avvisare gli inquilini, di abbassare la temperatura di 1-2 gradi. Ora c’è una rivolta di questi inquilini perché non sono stati avvisati e perché si attendono un certo livello di comfort”.
Il suo invito quindi è al dialogo, anche se il risparmio resta nei limiti legali attuali, ad esempio scendendo da 23 a 21 gradi. “Noi siamo favorevoli a una riduzione di 1 o 2 gradi, a dipendenza della situazione, ma c’è la necessità di un dialogo così come di annunciare la misura, chiedendo agli inquilini se sono d’accordo e, in caso negativo, il perché”.
Sommaruga, che è anche consigliere nazionale socialista, in Parlamento ha poi chiesto che ci sia sempre un contatore individuale, anche dove il riscaldamento è a gas, così da permettere un vero risparmio ai virtuosi. Perché il prossimo anno la bolletta per il riscaldamento subirà - con grandi probabilità - un aumento consistente.