Le misure preventive per lottare contro il terrorismo vanno estese: lo ha stabilito il Consiglio Nazionale che, dopo un acceso dibatto, ha approvato martedì un progetto per inasprire il codice penale e aumentare la cooperazione internazionale.
I parlamentari di sinistra, durante il dibattito, hanno tuttavia posto l’accento sui rischi per la libertà che la proposta comporta. Un appello che non è stato seguito dalla maggioranza dei parlamentari che, con 127 voti contro 54 e 13 astensioni, hanno approvato l’introduzione di una nuova norma che punisce il reclutamento, l’addestramento e i viaggi a fini terroristici, incluse le relative operazioni di finanziamento. Una seconda parte del disegno di legge, che riguarda le misure di polizia, sarà trattata giovedì.
La pena massima per la partecipazione o il sostegno a un'organizzazione è stata aumenta ad un massimo di dieci anni; la modifica crea anche una base giuridica per istituire squadre investigative transfrontaliere. Inoltre, a determinate condizioni, le autorità svizzere potrebbero trasmettere in anticipo informazioni a quelle estere.
Il dossier passa agli Stati.
Disegno di legge controverso
Questo disegno di legge è controverso e diversi relatori dell’ONU e molte ONG hanno rilevato la problematicità. Una delle critiche verte sul fatto che anche gli adolescenti a partire dai quindici anni potrebbero essere posti agli arresti domiciliari e che si potrebbero imporre misure nei confronti di bambini a partire dai 12 anni. Secondo molte ong, la formulazione del disegno di legge, che si rivolge principalmente ad atti presunti e futuri, non offre inoltre sufficienti garanzie giuridiche.
Le posizioni
Verdi e socialisti hanno chiesto di rinviare l'intero dossier al Consiglio federale affinché lo rielaborasse conservandone solo i punti necessari per applicare la Convenzione del Consiglio d'Europa. "Ogni inasprimento della legge in questo ambito ci costa un po' di libertà", ha affermato Marionna Schlatter (Verdi/ZH), aggiungendo che "la scelta di quale organizzazione può essere considerata terroristica è politica e non giuridica". È necessario intervenire, ma "il progetto si spinge troppo in là", le ha fatto eco Priska Seiler Graf (PS/ZH), temendo che le nuove disposizioni indeboliscano lo Stato di diritto. "Per combattere il terrorismo tutti gli Stati devono collaborare", ha replicato Bruno Walliser (UDC/ZH). "Non dobbiamo far piacere a qualche studio legale, ma proteggere la popolazione", ha aggiunto il suo collega di partito Jean-Luc Addor (UDC/VS). "Terrorismo ed estremismo sono un'aggressione allo Stato di diritto ed è nell'interesse della Svizzera avere un buon armamentario per combatterli", secondo Martin Candinas (PPD/GR).
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