Il progetto di legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (MPT) presenta interferenze gravi con i diritti fondamentali, che vanno corrette: lo sostiene la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatović.
In una lettera datata 7 maggio e pubblicata mercoledì sul suo sito istituzionale, Mijatović interviene nel processo legislativo svizzero sollevando varie questioni. Molte le critiche: si va dal concetto di "potenziale terrorista", che a suo avviso rischia di stigmatizzate persone che non sono state nemmeno sospettate di aver infranto la legge, alle misure amministrative di privazione della libertà, passando dai provvedimenti che concernono i minori.
Mijatović invita il parlamento elvetico a modificare il disegno di legge. "Le politiche che rispettano i diritti umani preservano i valori che i terroristi cercano di distruggere, indeboliscono il sostegno all'estremismo violento tra coloro che potrebbero essere tentati di aderirvi e rafforzano la fiducia dell'opinione pubblica nello stato di diritto", scrive la commissaria. La legge in questione è già stata approvata in marzo dal Consiglio degli Stati, quale prima Camera, e deve ora essere affrontata dal Nazionale.
Il Commissario per i diritti umani è un'istituzione indipendente del Consiglio d'Europa, organizzazione fondata nel 1949 e che oggi conta 47 stati membri, fra cui - dal 1963 - la Svizzera.